Pronto un hub per i vaccini anti- Covid ai profughi dall’Ucraina al residence dell’Ospedale del Mare, come anticipato da Repubblica, uno dei due punti di riferimento per gli arrivi – assieme al Consolato ucraino al Centro direzionale – organizzati dalla Regione Campania con la Protezione civile e l’Asl Napoli 1 Centro. “La tendostruttura è stata montata, bisogna terminare l’allestimento interno – spiega il direttore dell’azienda sanitaria locale Ciro Verdoliva – L’hub sarà operativo presto”. Massimo entro domani mattina.

L’hub vaccinale completa il piano di prima accoglienza e profilassi sanitaria attivato dalla Regione nell’ambito del sistema nazionale. Su indirizzo del presidente De Luca si attua l’intera filiera che prevede: registrazione da parte della polizia anche presso il residence dell’Ospedale del Mare, rilascio del codice Stp necessario ai cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno per poter ricevere le prestazioni sanitarie essenziali, effettuazione del tampone da parte del personale sanitario, somministrazione del vaccino secondo le normative vigenti, accoglienza presso il Residence e procedure per l’ottenimento della residenza.
Pronte, dunque, le dosi Pfizer, Moderna e Novavax: ma la sfida sarà convincere la popolazione ucraina, vaccinata soltanto al 35 per cento. La misura serve a evitare il potenziale rischio di un incremento della diffusione del virus e di complicanze ospedaliere in Campania, come ha evidenziato il governatore De Luca. Nei primi tre giorni di controlli all’Ospedale del mare e al Consolato ucraino sono stati registrati 24 positivi su 267 tamponi: 9 giovedì, 6 venerdì e 9 ieri.
I contagiati sono in auto isolamento e al centro Asl Napoli 3 di Portici. Per i tamponi è attiva anche una postazione mobile in zona Garibaldi e Brin. Ma a tenere alta l’attenzione, ora, sono i numeri dell’esodo: per il ministero dell’Interno sono 11.323 gli ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra, 2.265 soltanto nelle ultime 24 ore. Napoli è tra le principali destinazioni. La maggior parte raggiunge parenti e amici, dove si arriva a ospitare anche più nuclei familiari fino a cinque persone. Non c’è ancora, però, una stima certa degli ingressi in città e provincia. Alle 16 di ieri, le persone registrate sulla piattaforma del consolato sono 475: 186 in più rispetto a venerdì. Ma si tratta soltanto di quelli che hanno contattato il consolato. Gli arrivi, infatti, sono di più e continuano: soltanto in via Galileo Ferraris si contano due pullman al giorno. Al Consolato e all’Ospedale del mare sono comunque stati rilasciati 289 permessi per stranieri temporaneamente presenti (Stp).

La macchina organizzativa sta funzionando: dai controlli all’assistenza sanitaria, alle sistemazioni di 48 ore al residence dell’ospedale di Ponticelli per chi non ha appoggi. In quattro giorni sono stati accolti qui 13 nuclei familiari con 21 adulti e 11 minori: sei nuclei sono ancora al residence (7 adulti e 7 minori), gli altri sono stati trasferiti in alloggi individuati dalla rete del Comune di Napoli. “Quattro bambini e due donne sono dalle suore in zona piazza Cavour e sono in arrivo sei persone di cui due molto anziane: ci è stato chiesto di non separarle ” , dice l’assessore alle Politiche sociali Luca Trapanese, componente della cabina di regia per l’emergenza Ucraina coordinata dalla prefettura e composta da Comune, consolato, forze dell’ordine, forze armate, vigili del fuoco, Asl territoriali e Diocesi di Napoli e Pozzuoli.
“Contiamo 1356 posti letto – continua Trapanese – di cui 830 privati e gli altri tra alberghi, strutture extra alberghiere, conventi e comunità- alloggio. Non abbiamo minori non accompagnati, ma nel caso sono attivate le comunità e la Procura dei minori. Se però i numeri aumenteranno come si prevede, ci vorranno altre forze: la cabina di regia pensa perciò a strutture da campo. In provincia di Napoli ci sono 37 mila ucraini certificati, 25 mila solo in città. Se arrivano in media cinque persone nelle case delle famiglie già presenti, si può pensare a centomila profughi, forse anche duecentomila ” . L’obiettivo è farsi trovare pronti per reggere l’ondata. “Con il vicesindaco Filippone – conclude l’assessore – stiamo lavorando a un sistema si accesso alla scuola”. Intanto, consolato, chiesa ucraina, istituzioni e volontari continuano l’invio di medicinali e aiuti in Ucraina, al decimo giorno di guerra.