“Non abbiamo più vaccini. Blocchiamo gli over ’80. Ma è gravissimo. Siamo stanchi di procedere a tentoni, senza nessuna programmazione. Abbiamo medici pronti a vaccinare fino a mezzanotte, primari che hanno dato la disponibilità gratuitamente ad aprire nuovi centri vaccinali, ma Roma non ci manda i vaccini e si ferma tutto. Non è giusto, perché la terza ondata di coronavirus è iniziata e dobbiamo fare presto ed essere efficienti. Non possiamo esitare o ancor peggio fermarci”. Antonio D’Amore, direttore della Asl Napoli 2 denuncia: “la macchina si è inceppata”. E si sente impotente. La sua è una corsa organizzativa contro il tempo e contro il virus.

Dottor D’Amore cosa è accaduto, perché avete bloccato le vaccinazioni agli over 80?
“Semplicissimo, sono finiti i vaccini. È disarmante. Abbiamo bloccato alcune dosi Pfizer per le seconde somministrazioni Moderna ci arriva con il contagocce e Astrazeneca sono finiti. Non possiamo far altro che fermarci e gli over ottanta per il momento sono in stand by”.
Quanti centri vaccinali avete all’Asl Napoli 2?
“15 Punti vaccinali. Di cui 2 allestiti in palestre, 1 alla Casina Vanvitelliana e 1 in una chiesa. Dal 31 dicembre abbiamo somministrato 62.692 dosi, con una media di mille vaccinazioni al giorno e picch idi 2500. Abbiamo prestato e ci siamo scambiati le dosi con le altre Asl della Regione nei momenti del bisogno, siamo stati efficienti, coordinati e operativi, ma ora ci dobbiamo fermare. Al nord hanno riservato più dosi e noi?”
E’ un accusa grave dire che si sono state disparità tra Regioni.
“Non lo dico io. Il presidente Vincenzo De Luca lo ha detto a tavoli nazionali. Io sono un tecnico, dico solo che non abbiamo vaccini e dobbiamo bloccare i piani vaccinali. Però, mi permetta, poi mi fa rabbia vedere scene come quelle di Milano in cui la gente organizza feste in discoteca, se fosse successo a Napoli ci avrebbero aperto i notiziari. Perché non aprono i notiziari dicendo che noi vogliamo vaccinare ma non possiamo? Noi programmiamo, siamo pronti a una campagna vaccinale che possa raggiungere al più presto le persone più a rischio, come gli immunodepressi, e poi piano piano tutti. Ma ci legano mani e piedi”.
Qual è il problema di questa campagna vaccinale?
“Non possiamo programmare. Una volta ci spostano la consegna di tre giorni, un’altra i vaccini non arrivano, un’altra volta ancora arrivano in quantità inferiori. Le storie sono come le si raccontano, la sanità campana viene raccontata per le barelle nei corridoi degli ospedali o le file davanti agli ospedali, ma perché non raccontiamo che abbiamo medici, infermieri, operatori che no s i fermano da un nano che vorrebbero vaccinare ma non possono perché da Roma non c’è programmazione?”
È arrabbiato?
“Sono arrabbiato, stanco, deluso, preoccupato. Sono un operatore sanitario che vive una situazione di angoscia, emergenza, urgenza e di decisioni prese anche velocemente da un anno”.

Perché è preoccupato?
“Perché la situazione non è buona, ci stiamo avviando verso un aumento dei contagi allarmante. Sabato abbiamo passato l’intera giornata a isolare, studiare e capire la diffusione delle nuove varie varianti, brasiliana e inglese Anche su Ischia, territorio protetto, ci sono sei persone positive alla variante inglese. Dobbiamo fermare questa terza ondata e possiamo farlo comportandoci responsabilmente come singoli e vaccinando la popolazione come presidi sanitari”.

Di cosa avete bisogno ora?
“Abbiamo necessità che ci dicano con chiarezza quante dosi di vaccino arriveranno in Campania, in modo da programmare il lavoro e da non continuare con questo stop and go, che delude e preoccupa anche la popolazione. Non chiediamo l’impossibile”.