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Camorra, il pm: “Arrestate Tina Rispoli”. Ma il giudice: “No, indizi insufficienti”

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La relazione con il cantante neomelodico Tony Colombo “ha consacrato la definitiva rottura” fra Tina Rispoli, vedova del boss degli Scissionisti di Secondigliano Gaetano Marino, ucciso in un agguato a Terracina il 23 agosto 2012, e la famiglia del primo marito. Non è un caso, dunque, se i “Mekkey”, come sono soprannominati i Marino, spiccarono per la loro “totale assenza” alle nozze trash fra Tony e Tina celebrate due anni fa. Con un’ordinanza di 88 pagine, la giudice Anna Tirone boccia la richiesta di arresti avanzata dal pool anticamorra nei confronti di Rispoli e di altri 21 dei 32 indagati dell’inchiesta condotta dalla squadra mobile sull’organizzazione dei Marino.

La gip Tirone ha escluso per tutti la sussistenza dei gravi indizi per l’ipotesi di associazione camorristica (accusa contestata anche all’attuale consorte di Tony Colombo) e ha emesso dieci ordinanze cautelari solo per droga. Fra i destinatari, Roberto Manganiello, nipote dei fratelli Marino, e la moglie Maddalena Imperatore, considerati i capi dell’organizzazione che almeno fino al 2016 ha controllato lo spaccio nel rione “Case Celesti”. Intercettazioni e verbali di collaboratori di giustizia avevano indotto la Procura a configurare l’esistenza del clan Marino e la partecipazione di Tina Rispoli almeno fino al 2015 anche come ” percettore di una quota sociale”.

Per il gip invece non si può parlare di organizzazione camorristica e non ci sono indizi a carico di Rispoli. Gianluca Giugliano, ex killer divenuto collaboratore di giustizia all’indomani dell’omicidio di Gaetano Marino, aveva riferito nel suo primo interrogatorio della “passione ” del ” Mekkey” per i gioielli. “Ne aveva molti. La moglie, Tina Rispoli – aveva aggiunto – ha anche beni intestati, fra i quali le case acquistate con i proventi della droga”.

Sette anni dopo, a giugno 2019, Giugliano è stato nuovamente interrogato e ha raccontato che “le quote mensili” provenienti dallo spaccio di stupefacenti che venivano “spartite fra i partecipi” sarebbero state “date da Manganiello direttamente in mano a Tina”. Queste dichiarazioni, secondo la giudice Tirone, vanno ritenute “non suffragate da elementi di conforto” e soprattutto “travolte da assoluta inutilizzabilità” perché rese dopo i 180 giorni dall’inizio della collaborazione con la giustizia. Agli atti sono citate anche intercettazioni del 2016 dove si discute della divisione dei pagamenti da parte di Manganiello da cui, nella interpretazione del giudice, emerge “un chiaro distacco di Manganiello, Maddalena Imperatore e del gruppo di loro pertinenza” da Tina Rispoli. “Titina mica è la moglie di Gaetano per me… io avevo a che vedere con Gaetano, mica con lei”, avrebbe detto Manganiello secondo quanto riferito dalla moglie in uno dei colloqui, “disconoscendo – argomenta la giudice – qualsivoglia personale contributo o rapporto di Rispoli nelle attività gestite o poste in essere dagli stessi”.

In altre conversazioni ci sono riferimenti a ” rivendicazioni non meglio delineate di Rispoli rispetto a una casa ” . Ma dai dialoghi, si legge nell’ordinanza, si intuisce ad avviso del gip “la volontà di Rispoli di uscire dalle pregresse situazioni collegate al marito defunto e la sua non conoscenza della provenienza delle somme rivendicate per la casa “. L’attuale moglie di Tony Colombo appare come “una figura di scarso rilievo” anche nell’intercettazione di un colloquio in carcere del 2017 fra l’ex cognato Gennaro Marino e i suoi familiari dove viene “valutata come una donna che non aveva mai contato qualcosa” . La Procura ora dovrà decidere se impugnare il provvedimento per chiedere al Riesame di valutare nuovamente la richiesta di arresto.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/10/16/news/camorra_il_pm_arrestate_tina_rispoli_ma_il_giudice_no_indizi_insufficienti_-322454472/?rss

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