
Una distesa di barche. A perdita d’occhio. L’assalto del diportismo “mordi e fuggi” del fine settimana alle coste dell’isola di Capri suggeriscono un campanello d’allarme, l’ennesimo, per la tutela dei fragili equilibri di coste ed ecosistemi. Da Marina Piccola alla Grotta Azzurra, una lunga teoria di motoscafi e yacht affollano baia, rade e insenature.
E l’ultima denuncia porta la firma del consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli: “La situazione è grave e va posto un freno, per questo abbiamo richiesto maggiori e più severi controlli da parte della guardia costiera e anche della guardia di finanza. L’invasione di barche senza regole e senza controlli che minacciano in il mare del nostro golfo, ancorando anche li dove è vietato, va fermata a tutti i costi”.
Gli fa eco il consigliere comunale Paolo Falco: “Le proiezioni basate su quello che è avvenuto negli anni passati ci dicono che nel mese di agosto il fenomeno andrà a peggiorare: l’intensa attività di ancoraggio metterà pericolo la fauna e la flora delle nostre acque. Per questo bisogna mettere a punto un vero progetto per la tutela del nostro mare, con controlli rigidi e punizioni severe per chi trasgredisce”. E torna attualissima la questione dell’istituzione dell’area marina protetta, il cui iter è già stato avviato nei mesi scorsi. “Si tratta di un obiettivo raggiungibile a medio termine”, spiega Paola Mazzina, che al Comune di Capri ha un assessorato ad hoc, dedicato proprio all’istituzione dell’area marina protetta.
“Il percorso è ancora articolato e risente della ristrutturazione del Ministero dell’Ambiente – aggiunge – ma il processo di zonazione (è l’individuazione del perimetro dell’area marina, propedeutica alla sua istituzione, ndr) è avviato, grazie agli studi di Ispra e della Parthenope. l turismo di domani – conclude – dovrà essere in grado di coniugare la fruizione delle coste capresi con l’inderogabile rispetto dell’ambiente”.