Uno zainetto in una mano e il cellulare nell’altra. Il prefetto Raffaele Cannizzaro è arrivato al comune di Castellammare di Stabia poco dopo le dieci di questa mattina.
L’alto funzionario, che si è occupato in passato di amministrazioni locali con il tasso di complessità di Cosenza e Catanzaro, da oggi affronta una sfida destinata a durare un minimo di 18 mesi. Lo attendevano all’ingresso del Municipio stabiese gli altri due componenti della triade commissariale. Erano lì ad aspettarlo, a pochi passi dal portone di Palazzo Farnese, il viceprefetto Mauro Passerotti e la dirigente di seconda fascia, Rosa Valentino.
“Saremo presenti” ha detto Cannizzaro indicando gli altri due funzionari per sottolineare che sarà un lavoro di squadra. Poi ha sorriso ai vigili urbani che lo hanno accolto facendogli strada e ha ringraziato i cronisti presenti, mentre velocemente entrava nel palazzo municipale.

Dopo la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di una delle città più importanti della provincia di Napoli, sulla base di un dossier che ha dimostrato la presenza di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, è Cannizzaro che dovrà spezzare questo intreccio assumendo decisioni in relazione alla macchina comunale e agli atti amministrativi.
Delibere e provvedimenti, in particolare in materia urbanistica, che si ritroverà sulla scrivania nella stanza di Palazzo Farnese con vista sul Golfo di Napoli. Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, lo ha scelto anche per la competenza sul versante del contrasto alle cosche.
Cannizzaro, oltre all’esperienza calabrese, dal 2018 è Commissario per le vittime dei reati di tipo mafioso. Comincia il suo lavoro dopo il provvedimento di sospensione del sindaco di centrodestra Gaetano Cimmino, della sua giunta e del consiglio comunale firmato dal prefetto Palomba, in attesa che il decreto di scioglimento si perfezioni con la firma del presidente Mattarella.
Nel dossier della commissione d’accesso, che ha decretato la fine dell’esperienza amministrativa: appalti sospetti, parentele di alcuni consiglieri comunali e dipendenti con figure apicali delle cosche D’Alessandro e Cesarano e la gestione dei beni confiscati ai clan.
“Saremo presenti” ha assicurato Cannizzaro questa mattina, poche parole prima di mettersi al lavoro.