Il giudice accoglie la richiesta della Procura antimafia e chiede al Senato gli arresti domiciliari per il parlamentare di Forza Italia Luigi Cesaro. L’ex presidente della provincia di Napoli è indagato per concorso esterno in associazione camorristica nell’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros, che ipotizza accordi politico-mafiosi nel comune di Sant’Antimo e un presunto “patto di reciproca convenienza” che sarebbe stato sancito tra il clan camorristico Puca e la famiglia Cesaro. A maggio, il Senato aveva autorizzato l’utilizzo solo di 6 delle 28 conversazioni allegate all’indagine.

Gli atti erano stati restituiti alla giudice Maria Luisa Miranda che, dopo aver valutato gli atti, ha firmato l’ordinanza cautelare. Adesso il fascicolo sarà trasmesso al Senato che dovrà decidere se autorizzare o meno gli arresti. L’inchiesta è coordinata dalle pm Giuseppina Loreto e Antonella Serio con la procuratrice aggiunta Rosa Volpe e coinvolge anche tre fratelli del parlamentare, Aniello, Raffaele e Antimo, attualmente sotto processo davanti al tribunale di Napoli Nord.

Cesaro si è sempre difeso dicendosi “esterrefatto e convinto che l’approfondimento dei fatti e l’attenta valutazione delle circostanze permetteranno alla verità di emergere. Come già accaduto in precedenti occasioni”. Ora gli intrecci delineati dalla Procura finiscono all’esame del Parlamento. È proprio mentre entra nel vivo una nuova campagna elettorale, accuse di camorra si allungano su uno dei big di Forza Italia.
I difensori di Cesaro, Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino, affermano: “Dopo aver preso visione del contenuto dell’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, dott.ssa Miranda, rilevano innanzitutto che già l’ufficio del P.M. ha rivisto l’originaria richiesta cautelare, invocando la sottoposizione agli arresti domiciliari invece della custodia cautelare in carcere. Comunque, all’esito di un primo rapido esame della motivazione del provvedimento, ritengono che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari. Pertanto, indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale “della libertà” di Napoli”.