
Saranno le indagini avviate dalla Procura di Avellino a fare luce sulla denuncia del segretario del Sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, secondo il quale un detenuto del carcere irpino avrebbe fatto chiamare i carabinieri dalla figlia chiedendo loro di intervenire per mettere fine a presunti maltrattamenti e atti persecutori commessi nei suoi confronti da parte degli agenti in servizio.
Il detenuto in questione – a quanto si apprende da fonti sindacali – è chiuso nel reparto destinato a chi ha ricevuto provvedimenti disciplinari per essere stato tra i protagonisti della protesta che nei giorni scorsi è culminata con l’incendio all’interno delle celle di materassi e suppellettili.
Dopo la telefonata, una pattuglia dei carabinieri si è recata nella casa circondariale per avere chiarimenti e successivamente ha inviato al procuratore di Avellino, Domenico Airoma, una dettagliata informativa.
Secondo la ricostruzione accreditata dalla fonte sindacale, il detenuto, in possesso di un micro cellulare, avrebbe telefonato ad una delle figlie chiedendole di far intervenire i carabinieri. Alla procura ora il compito di fare chiarezza.