
Mercoledì 26 maggio per gli studenti del liceo scientifico “Severi” di Salerno, le attività didattiche si svolgeranno lungo i sentieri urbani della città con una magnifica vista sulla costiera Amalfitana nell’ambito di un Pcto (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e la società di consulenza Gruppo Iovine.
Economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, agricoltura biologica sono inevitabilmente le direttrici di sviluppo economico non solo a livello europeo ma globale. Il progetto, che ha coinvolto gli alunni del Liceo “Severi” di Salerno dall’anno scorso, ha avuto tra gli obiettivi primari anche la sensibilizzazione degli studenti alla cultura dell’uso sostenibile delle risorse naturali. I giovani vanno infatti preparati a comprendere i benefici di transizione ecologica e green economy che non si configurano solo come opportunità di lavoro ma anche in termini di qualità della vita. Queste giornate di didattica all’aperto servono ad avvicinare i ragazzi alla natura e prenderne coscienza vivendola camminando, senza troppe parole, per meglio ascoltare in maniera spontanea i suoni e i profumi dell’ambiente, scoprire i colori e le forme dei boschi cittadini. “L’escursionista è naturalmente motivato ad avere rispetto dell’ambiente che attraversa godendo della bellezza in cui si immerge camminando”.
Il trekking è anche un’occasione insostituibile per insegnare a riconoscere le proprie difficoltà “e superarle quando la meta sembra lontana e irraggiungibile e poi, un passo alla volta, terminata l’impresa si può godere della bellezza del panorama, ma soprattutto essere soddisfatti di avercela fatta. L’intento è di spingere i nostri ragazzi, non soltanto a guadagnarsi la vita, ma a vivere, cioè a godersi la vita, nel senso più elevato della parola – dichiara la Prof. Raffaella Tedesco, docente di una delle due classi coinvolte”.
Nell’era dei social, dell’Always on “abbiamo voluto connettere gli alunni alla natura e non alla rete anche per proporre agli studenti stili e modelli di vita meno dipendenti dai dispositivi tecnologici, dove la serotonina (ormone della felicità) è prodotta dalla bellezza della natura e non dalle notifiche degli smartphone” dichiara la preside Barbara Figliolia. Se si vuole andare nella direzione proposta dall’Europa con il programma Next Generation Eu che indica tra i suoi obiettivi la transizione ecologica, è necessario fornire esempi in particolare ai giovani, a partire dalla scuola. La pensa così anche il Prof. Vincenzo Tropiano, ambientalista convinto, che al lavoro, al liceo Severi, va in bicicletta: “la mobilità alternativa migliora la qualità della vita, con indubbi benefici in termini fisici e mentali per non parlare del risparmio economico per gli studenti e dunque le famiglie dei ragazzi. Le nostre città sarebbero molto diverse se invece di essere ostaggio delle auto e dei loro gas di scarico, venissero percorse da bici silenziose e a zero emissioni. Per far questo, in primo luogo le scuole dovrebbero dotarsi di rastrelliere”.
Abituare i ragazzi a camminare lungo percorsi di trekking urbano li incentiva ad una mobilità alternativa e gli fa vivere il territorio con maggiore consapevolezza, sensibilizzandoli alla qualità dell’aria e dell’ambiente urbano ed educandoli ad un uso più consapevole delle risorse, senza sprechi, senza rifiuti. Vivere in maniera “slow” consente di scoprire il proprio territorio e di vederlo con occhi diversi apprezzandolo di più perché “si osservano aspetti inediti e paesaggi mozzafiato lungo stradine sconosciute” sempre più richieste anche dai turisti la cui sensibilità è aumentata dopo l’emergenza covid. Il turismo slow è ormai una realtà importante che apre enormi opportunità anche per i giovani che hanno la sensibilità di proporsi come guide o animatori turistici in un Paese come l’Italia che ha veri e propri angoli di paradiso. Il progetto vede la collaborazione del corso di Agraria dell’Università di Salerno perché le aziende agricole, specie quelle più piccole, possono diventare un patrimonio per le comunità se all’agricoltura tradizionale, accompagnano bellezza e cultura.
“L’integrazione tra storia, territorio, cultura e coltura può essere grande volano per l’economia e l’occupazione giovanile” afferma Luca Iovine, rotariano e promotore del progetto “L’orto a scuola” che lo scorso anno fu avviato grazie al finanziamento di un circolo del Rotary. “Se i ragazzi imparano a “sentire” la natura, possono liberare maggiori energie produttive utili alla comunità per una società più a misura d’uomo, più capace di relazioni ma anche più capace di futuro”, conclude Iovine. Il progetto didattico che proseguirà anche il prossimo anno ha origini classiche. Anche nell’antica Grecia gli studenti vivevano esperienze scolastiche fatte di movimento e silenzio anche se nelle giornate precedenti “tanto in silenzio i ragazzi non sono stati ma è stato piacevole poter riascoltare da vicino il loro chiacchiericcio dopo un anno di lockdown e di didattica a distanza”, ammette la prof. Gabriella Tedesco, ex lupetta e scout