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Dopo 26 anni l’acqua corrente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

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“Finalmente c’è l’acqua corrente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere”. Le parole raggianti della direttrice del carcere, Donatella Rotundo, mettono fine ad una situazione a dir poco paradossale, perché è un provvedimento che arriva 26 anni dopo l’apertura della casa circondariale. Dal 1996 l’acqua da bere, per lavarsi o per le docce, è stata garantita nei quasi tre decenni da cisterne e bottigliette.

Una giornata storica per l’istituto di pena casertano che è salito alla ribalta delle cronache per la pagina nera delle violenze ai danni di detenuti commesse dai poliziotti penitenziari il 6 aprile 2020.

A girare simbolicamente la manopola che ha permesso all’acqua di arrivare nelle condotte idriche del carcere, il Sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mirra e il Vice-capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) Carmelo Cantone, all’ultimo giorno di servizio.

“Oggi cancelliamo una macchia” ha detto il sindaco Mirra, che nel 2018, come Comune, ebbe il finanziamento da due milioni di euro attraverso la Regione; soldi che, ricorda Stefano Graziano, deputato casertano Pd tra gli artefici della soluzione al problema idrico, “furono previsti nella Finanziaria 2016, poi dopo vari passaggi burocratici durati un paio d’anni, la Regione li messi a disposizione del Comune”.


Nella stessa mattinata in cui si sono aperti i rubinetti per l’acqua corrente, nel carcere  di Santa Maria C.V. sono stati firmati anche significativi protocolli d’intesa per  la realizzazione all’interno del carcere di un ospedale veterinario con pronto soccorso, e di un canile municipale.

Progetti che si aggiungono alla camiceria, alla sartoria per le mascherine e le pochette e il laboratorio di dolci.

I detenuti saranno chiamati a partecipare alla cura degli animali e alle attività ospedaliere, ovviamente dopo un periodo di formazione. “I lavori del presidio veterinario inizieranno nei primi mesi del 2023 – assicura il direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti – e costeranno poco più di tre milioni di euro, divisi al 50% tra Asl e Regione. Sarà un presidio con due sale operatorie, box all’esterno per la riabilitazione e un centro per il recupero della fauna selvatica. E’ un progetto importante dal punto di vista sociale perché servirà davvero a recuperare tanti detenuti”.
C’è poi il progetto del canile municipale, che sarà realizzato da Comune di Santa Maria Capua Vetere e Regione.

Soddisfatto il sindaco Mirra, secondo cui “entrambi i progetti sono fondamentali per la loro straordinaria valenza rieducativa”. “Quello di strutture interne al carcere per curare gli animali è un sogno che si avvera” dice il direttore del carcere Donatella Rotundo, che da quando si è insediata, nel settembre 2021, ha dato una svolta al carcere, noto solo per le violenze e i problemi idrici, facendo rete con le altre istituzioni territoriali e realizzando laboratori di sartoria, di dolci e altre iniziative di concreto rilancio

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/21/news/dopo_26_anni_lacqua_corrente_nel_carcere_di_santa_maria_capua_vetere-380144529/?rss

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