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Ecco chi è Pasquale Vespa, il leader dei precari della scuola accusato di diffamazione dall’ex ministra Azzolina

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“State facendo pulizia etnica contro i lavoratori della scuola. Governo del cambiamento? Che figura di merda che siete…”. Montecitorio, 9 luglio 2020. Megafono, camicia sudatissima, codino d’ordinanza: Pasquale Vespa, napoletano, classe 1967, guida a Roma la protesta dei precari dello scuola. Si fa presto a definirlo solo un sindacalista, il neo staffista della segreteria del ministero dell’Istruzione. No, Vespa è una sommatoria di vite distinte – ma tutte in qualche modo collegate tra loro – che svelano il mistero di una identità double face: da professionista della piazza a consulente della politica. Con la stessa rapidità con cui uno come lui è riuscito a passare in poco più di dieci anni dalla segreteria del circolo del Pd di Bagnoli, quartiere ex raccoforte della sinistra napoletana, alla candidatura alle ultime regionali in lista con Stefano Caldoro del centrodestra. A sancire la trasformazione politica più di un abboccamento con gli ambienti del dipartimento scuola della Lega di Matteo Salvini. 

Insegnante, alle spalle supplenze di educazione tecnica alle scuole medie, sul suo profilo Facebook si attribuisce una sfilza di ruoli professionali che fai fatica a capire dove finisce il lavoro e dove inizia l’hobby. Ingegnere, giornalista, anzi direttore responsabile del quotidiano online “NapoliTime”, presidente dell’associazione “Ecomuseo del mare e della pesca”. Ma è la scuola il suo terreno di battaglia. Si mette alla guida dell’associazione Anddl, acronimo che sta per “Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori”. È la calamita di un platea di 80 mila insegnanti in Italia che si definiscono “precari storici” per aver totalizzato almeno tre anni nella scuola, senza essere passati dalle forche caudine di un concorso. Anzi, sono quelli della cosiddetta “terza fascia” che non hanno neanche l’abilitazione ma un titolo di studio valido per l’insegnamento. Cosa chiedono? La stabilizzazione, ovviamente. E Vespa diventa il loro leader. O quantomeno si intesta quella che lui stesso definisce “una missione”, a suon di dirette facebook, cortei, volantini. Con la gavetta dell’associazione si guadagna poi i galloni di responsabile Scuola della Uil, sindacato confederale.  

“Aprite quello striscione, cazzo – si sente Vespa urlare al megafono – Facciamoci sentire da questi scappati di casa”, grida davanti al parlamento. Preconizzando così la fine del governo Conte: “La pagherete caro, così come l’ha pagata Renzi con la Buona Scuola”. L’ex ministra Azzolina diventa il suo bersaglio preferito: e lui finisce sotto processo perché la ministra lo denuncia per diffamazione definendolo uno stalker. Nel frattempo a settembre scorso Vespa trova un posto nella sfortunata lista civica di Caldoro sconfitto alle Regionali da Vincenzo De Luca, riconfermato governatore con quasi il 70 per cento dei consensi.

Il sindacalista dei docenti si accorge a sue spese che i 30 mila followers sulla sua pagina Facebook non si monetizzano automaticamente nelle urne: già, perché racimola solo 1.473 preferenze. Tanto basta perché cambi un governo, cada quello odiatissimo da Vespa composto da M5s e Pd e si spalanchino per lui le porte del ministero dell’Istruzione. Chi l’avrebbe mai detto: vedere Vespa riapparire sul suo profilo social giacca, cravatta e camicia. Resta il codino, per ora. “Perché non ti tagli i capelli?”, è uno dei primi commenti che riceve sotto il post in cui annuncia il nuovo incarico. Mai dire mai.  

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/03/26/news/vespa-293954277/?rss

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