Chiamatelo “cantapopolo”. Questo l’appellativo che sceglie Franco Ricciardi: cantautore non gli va. “Non mi piace -dice – preferisco essere associato alle persone: voglio viverle e cantarle. Ascolto e mi nutro delle loro parole. E’ così che provo a portare in musica”. E ci riesce. Lo fa da più di trent’anni. Per un successo globale che gli ha portato innumerevoli riconoscimenti. Alcuni anche intrecciati al cinema, con due David di Donatello e un Nastro d’Argento. Eppure Ricciardi si stringe nelle spalle, ancora si emoziona. E quando ricorda che sabato sarà uno dei principali ospiti per il Capodanno di piazza Plebiscito gli scappa un sorriso: “E’ una gioia cantare a casa – aggiunge – per i tuoi fratelli per i tuoi amici, in uno scenario straordinario”.
Ricciardi, che concerto proporrà?
“Sicuramente ci saranno delle sorprese, che però ancora non posso rivelare. Quel che è certo è che ripercorrerò i miei vecchi successi. Non mancherà “Cuore Nero”, il mio manifesto di libertà, che contamina lo spirito di Napoli. Tornerà anche “’O Sarracino”, che non interpreto da tempo. Allo stesso tempo, proporrò per la prima volta dal vivo il singolo “Je”, dal mio ultimo album.
Franco Ricciardi: “Il mio Capodanno a Napoli, una festa in musica con la mia gente”
A proposito di “Je”, è il suo ventesimo album in studio: un primo bilancio della sua carriera?
“Ma veramente è il ventesimo album? Sai che avevo perso il conto? In un certo senso, questa è una cosa buona, perché quando faccio musica guardo sempre avanti, proiettandomi già a nuove avventure e sperimentazioni”.
Ma c’è anche un grosso passato alle spalle: le sue contaminazioni, i suoi premi, i suoi successi.
“E’ vero, ne sono felice. Certamente “Je” è un album che rappresenta la maturità, la consapevolezza e la bellezza del mio percorso artistico. Ma, guardandomi alle spalle, posso sempre confermare che la mia sostanza, le mie radici non cambiano. Sono sempre lo stesso ragazzino che non ha mai smesso di cantare a tu per tu con le persone. Guai se non fosse così. Come quando, durante la seconda fase dell’emergenza Covid, scesi in strada a Scampia, per cantare a squarciagola, da solo, “167”. Ecco, per dirlo col titolo di una mia canzone, “So sempe chille”.
Che poi è anche il titolo di un film sulla sua vita.
“Esatto. E’ uscito nel 2019, per la regia di Romano Montesarchio, prodotto da Bronx Filmproduction e Rai Cinema. E’ un documentario che racconta la mia carriera, la mia vita, profondamente attorcigliata a Napoli e alle tante sperimentazioni che questa meravigliosa città offre in musica”.
Dopo il concerto di Capodanno, per il primo dell’anno sarà ospite a Domenica In.
“Sì, finiamo al Plebiscito e la mattina dopo partiamo per Roma: sarò ospite di Mara Venier, assieme ad Andrea Sannino. Non potevo chiedere un inizio d’anno migliore: la sera prima in piazza a Napoli, il giorno dopo con Mara, che è una cara amica. Assieme a Sannino ho realizzato anche la sigla del programma, “Un giorno eccezionale”, che canteremo in diretta”.
Poi comincerà il suo tour, che la porterà anche allo stadio Maradona a giugno, sold out già sei mesi prima…
“Ancora mi vengono i brividi se ci penso. La cosa bella è che il concerto prenderà tutto lo stadio, non solo una curva. Sarà il primo, da quando il San Paolo è stato dedicato a Diego Armando Maradona: un’emozione indescrivibile. Non posso che ringraziare il pubblico: io lo chiamo la mia gente, che da sempre mi sostiene e mi supporta. Il concerto a Napoli sarà una festa con tutti loro: verranno anche dall’estero, apposta per ascoltarmi: un regalo che mi onora. Il mio tour conterà dodici date: oltre a Napoli, canterò anche a Palermo, Catania, Roma e Milano. Poi ci sposteremo anche in Germania e New York. Sarà una nuova avventura, che non vedo l’ora di condividere sempre con loro, con “la mia gente”.
