
Sette colpi di pistola sparati da un’auto solo per una questione di precedenze. Quei sette colpi che gli rovinano la vita, entrandogli all’altezza dell’inguine e spezzandolo in due. Ferite talmente gravi da accettare senza alternative l’amputazione delle gambe e, insieme, la solitudine. Abbandonato dagli amici-testimoni che preferirono tacere, aggrappato al solo affetto della famiglia. Un lungo percorso di dolore e delusione, ma ieri Gaetano Barbuto, 22 anni, si lascia alle spalle quell’incubo che cambiò la sua vita una sera di fine estate, settembre 2020, a Sant’Antimo.
Una passeggiata con gli amici si trasformò in calvario, in lunghi giorni in ospedale tra la vita e la morte. E la delusione per gli amici che lo avevano abbandonato. Ora, grazie alle protesi e a un lungo percorso di riabilitazione, è tornato a camminare. Certo con le stampelle, certo con difficoltà, ma è un inizio in attesa delle gambe bioniche. Non ha avuto giustizia: i tre giovani sospettati di aver tentato di ucciderlo vennero scagionati. Ma ora Gaetano deve e vuole guardare avanti. “La strada è ancora un po’ lunga – spiega Gaetano in un video postato sul profilo Facebook dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli – Ma arriverò al mio obiettivo. Queste sono protesi provvisorie e danno fastidio, ma sono subito tornato a lavorare nella lavanderia di mia madre. Questa è stata la mia forza. Non mi hanno riconosciuto l’invalidità, dicono che è stato tutto bloccato dall’emergenza Covid”.
“Ma io penso al mio obiettivo – continua Gaetano – Devo essere autonomo. Voglio fare tutto da solo. Non auguro la morte a chi mi ha fatto questo. Gli auguro soltanto di trovarsi nella mia stessa situazione… Quando ti svegli in ospedale e vengono tutti vicino a te a letto per dirti che non hai più le gambe…>
Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/11/09/news/gaetano_barbuto-325731645/?rss