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Green pass a Napoli, nei ristoranti luci e ombre: “Chi non ha il certificato va via così perdiamo molti clienti”

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“O paghiamo la multa o non incassiamo perché siamo costretti a mandare i clienti a casa. Insomma è la stessa cosa: perdiamo sempre”. Centro storico, primo giorno di Green Pass obbligatorio per sedersi nei ristoranti e nei bar al chiuso.

Gennaro Serappo, proprietario della pizzeria “I Decumani”, ha appena dovuto rinunciare a un tavolo di quindici ragazzi, in vacanza a Napoli. Alcuni avevano il Pass, altri no. “Ho una sala interna che da ora è di fatto inutilizzata perché sono pochissimi ad avere il documento, altri mi hanno mostrato la foto ma non è valida. Così non si riparte” si sfoga mostrando i pochi tavoli all’esterno e dove, invece, non è necessario il documento.

Nel cuore dei Quartieri Spagnoli la scena è la stessa. I turisti prendono d’assalto la trattoria napoletana “Da Nennella”. Il proprietario Ciro Vitiello chiama a raccolta tutti i camerieri per sistemare altri tavoli all’aperto, nella piazza.

“O facciamo così o rinunciamo a centinaia di clienti – dice – Ho 200 posti al coperto, ma soltanto 50 occupati perché moltissimi non hanno il Green Pass. Mentre aumenta la fila di persone, in attesa di un tavolo all’esterno”. Spesso nella stessa famiglia i genitori ne sono in possesso, ma i figli adolescenti no. ” Facciamo così: mamma e papà mangiano dentro e i ragazzi fuori” scherza Ciro. “Questa è una “tarantella”. Ci farà solo perdere clienti: grazie tante governo “dice mentre Bruno, napoletano che vive a Milano, decide di andare via con la moglie e la figlia.

” Siamo vaccinati, ma non abbiamo il documento” spiegano. Così come vanno via Luca e Cristina, arrivati da Caserta. Lui vaccinato, lei no. ” Mi sto sottoponendo a delle cure e quindi non posso fare ancora il vaccino. Purtroppo dovrò rinunciare a molte cose o fare il tampone ” dice lei. ” Ed io dovrò adeguarmi oppure ci dividiamo. Separati dal Green Pass” aggiunge lui sorridendo. Mostrano invece il certificato Irene e Luca. “Per l’ennesima volta”, dicono i due ragazzi di Savona a cui è stato chiesto di esibirlo in tutti i musei che hanno visitato durante la giornata. “Una scocciatura – commenta Luca – e non trovo affatto giusto che sia obbligatorio”.

“Così invece le persone che non l’hanno ancora fatto si vaccineranno ed usciremo da quest’incubo ” replica la fidanzata. Ma tra i ristoratori è rabbia ed amarezza. “Sono interdetto – dice Francesco Andoli, titolare di Januarius, in via Duomo ora che i turisti tornano in città e che avremo dovuto recuperare decidono di adottare questa misura. Il risultato? Ieri a quest’ora il locale era pieno, ora non c’è nessuno”. Alle 13,30 Vincenzo Capasso ha già dovuto mandare via dieci persone. “Una presa in giro. Alcuni quando chiediamo il documento o dobbiamo impedire l’accesso ci guardano male. Ma che possiamo fare? Ci dobbiamo per forza adattare o chiudiamo di nuovo. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di lavorare ” dice il titolare di “Casa Capasso”.

Più in là nella storica pizzeria Di Matteo niente Green Pass. “Non lo chiediamo e non ci siamo ancora adeguati – dice Eduardo Ammendola, amministratore – perché le informazioni non sono chiare. Inoltre siamo stanchi che i locali al chiuso siano gli unici a essere penalizzati e trattati come se fossero il problema. Per mangiare una pizza serve il Pass ma non per andare in metro”.

Lo stesso accade in via Verdi, a pochi passi dal Comune. “Non ho scaricato l’app, non ho il telefono adatto – dice Salvatore Di Matteo, proprietario della pizzeria che ha aperto due mesi fa – Non sta a noi chiedere documenti, né ci sono pervenute informazioni dettagliate, perciò non chiediamo nulla”. In alcuni casi “l’app dà problemi – dice Giovanni Improta della pizzeria “Al 22″, nella Pignasecca – e la procedura rallenta i tempi”. In altri scorre tutto facilmente. “Tutti si sono adattati e in molti sono contenti ” commenta Antonio Sergio, titolare dello storico bar Gambrinus. “Iniziato benissimo. I napoletani sono ligi, i turisti preparati. Qui sono venuti tutti tirando fuori il Green Pass senza che dovessimo chiederlo” dice Maria Cacialli, de ” La Figlia del presidente”. Armata di smartphone all’ingresso della pizzeria Sorbillo Laura controlla i Pass dei clienti. “Tutti sono informati – dice – e muniti del documento. Sta andando molto bene”. “La gestione è impegnativa – aggiunge Anna Sorbillo – e la fila che da noi c’è già in tempi normali, purtroppo così si allunga. Ma si può migliorare”. Intanto nei vicoli su una bancarella spunta un corno speciale: “Comprate il corno portafortuna munito di Green Pass”.
 

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/08/07/news/green_pass_nei_ristoranti_luci_e_ombre_chi_non_ha_il_certificato_va_via_cosi_perdiamo_molti_clienti_-313253517/?rss

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