Nicola Cantarella è infermiere al pronto soccorso dell’ospedale di Melfi, in provincia di Potenza. Due giorni fa è partito per Przemysl, in Polonia, ai confini con l’Ucraina. Con lui il figlio di 25 anni, studente universitario, un prete, due ucraini e il presidente dell’associazione Gigi Ghirozzi onlus. “Non si poteva stare con le mani in mano – spiega a “Repubblica” in collegamento telefonico – abbiamo accolto il grido di dolore della comunità ucraina che vive a Melfi”.
Nicola e i suoi compagni di viaggio hanno lasciato la città federiciana con un carico di beni di prima necessità e di medicinali donati in poche ore dai cittadini e che hanno smistato in diversi centri di accoglienza allestiti in Polonia, direttamente o per il tramite di altre associazioni e dell’università.
Tornerà con 40 ucraini che scappano dalla guerra, di cui più della metà bambini. Il gruppo è costantemente in contatto con loro. “Dovevano arrivare già stamattina – racconta Nicola – ma le file al confine sono lunghissime, in macchina e a piedi. Stiamo cercando di intercettarli ma la comunicazione internet va e viene”. Una mamma e la sua piccola di circa 10 anni sono le prime ad aver raggiunto la meta. “La prima cosa che abbiamo fatto è stata offrire assistenza sanitaria. Abbiamo un kit di pronto soccorso. Stanno bene – dice Nicola – ma hanno bisogno di tutto. La signora ha altri due figli rimasti in Ucraina a combattere. Non si può descrivere una tragedia simile”. A tutti i profughi che partiranno con loro verrà effettuato il tampone Covid, per questioni di sicurezza. Dei 40 ucraini che viaggeranno sul loro pullman, 24 sono diretti in Basilicata, gli altri al nord, tra Bolzano e Bologna.

Per lo più contatti o congiungimenti con ucraini che vivono a Melfi. Il Comune si sta organizzando per l’accoglienza, ma non tutti hanno già un posto in cui stare. Da qui l’appello di Nicola a chiunque voglia rendersi disponibile, non solo a Melfi. “Non è la prima volta che sono impegnato in missioni umanitarie – racconta Nicola – ma quello che ho visto qui, nel cuore dell’ Europa, è veramente incredibile. I polacchi fanno quello che possono, ma qui la Comunità europea è totalmente assente. Ciò che arriva, anche il cibo, è tutto della generosità di privati”.
Pile di valigie, buste, coperte, tappetini da campeggio, cassette di mandarini. Persone ammassate. Bambini che piangono. Uno addenta un panino, un altro gioca con un pupazzo. Piccoli ritrovati momenti di normalità. Un’anziana appoggiata a un bastone, seduta, aspetta. Una mamma e un anziano fanno avanti e indietro nei pochi spazi rimasti liberi: lei porta un passeggino, lui due stampelle. I volontari girano come trottole. É questa la situazione nei video registrati da Nicola al centro commerciale Korkzowa, unità di prima accoglienza a Przemysl.

L’associazione Gigi Ghirozzi si prenderà cura dei 40 ucraini fin dal loro arrivo, occupandosi non solo del trasferimento, ma anche di tutto il resto, pasti compresi. In più, a ogni nucleo familiare verrà fatta una piccola donazione in denaro per ogni evenienza durante il percorso: ricariche telefoniche o altri piccoli acquisti.”Sarà un lungo viaggio di 30 ore – conclude Nicola – ma ne sarà valsa la pena”.