“Mater Natura è stato forse il primo film che ha cercato con la sua forza poetica una legittimazione nel mondo rispetto alla condizione transgender… Ora serve solo una legge”. H.e.r. dopo 16 anni ripubblica la sua canzone “Se avessi te”, in versione remix, dalla colonna sonora del film di Massimo Andrei, presentato alla Settimana della Critica di Venezia, per accendere i riflettori sulle questioni Lgbtq. Protagonisti di quel film Maria Pia Calzone, Valerio Foglia Manzillo, Vladimir Luxuria ed Enzo Moscato. La cantautrice e violinista transgender H.e.r, al secolo Erma Pia Castriota, ci racconta l’urgenza di una campagna culturale su questi temi e sul ddl Zan.

Cosa è cambiato dal 2005 dopo Mater Natura nella società?
“Dal 2005, nei confronti delle questioni lgbtqa, c’è stata sì una conquista importante come le unioni civili, ma proprio in seguito a questa battaglia vinta, la gente in generale si sente più minacciata e si sta arroccando in posizioni di chiusura e talvolta di odio: durante la conferenza stampa a Venezia, dopo la proiezione del film Mater Natura, mi chiesero qualcosa in merito ed io mi mostrai ottimista! Ora, a distanza di circa quindici anni, ci penserei un po’ in più prima di dire che va tutto bene”.
Perché ha deciso di riproporre la canzone in chiave remix proprio ora?
“L’anno scorso sono tornata sulle scene musicali come cantautrice vincendo due contest importanti (vincitrice insieme ad altri otto di “Musicultura”, nonché vincitrice assoluta di “Voci Per la Libertà/una canzone per Amnesty – sezione emergenti”) con il brano contro il razzismo, “Il mondo non cambia mai” (uscito per Joseba Publishing, diretta da Gianni Testa) sempre con una veste elettronica e moderna. Da anni, infatti, collaboro e vengo sostenuta artisticamente da produttori che amano questo genere di suoni, Giovanni La Tosa ed Eugene, gli stessi che hanno impreziosito il mio disco del 2018 dal titolo “Violins and Wires”: da allora io e Giovanni abbiamo deciso di dare una nuova forma all’antologia dei miei brani di repertorio; in più, riparlare di questo film e della canzone colonna sonora in tempi simili l’ho trovato un atto politico doveroso!”
Cosa pensa del dibattito pubblico scaturito dal ddl Zan?
“Il dibattito politico in merito al ddl Zan sta portando alla luce soprattutto le nostre lacune rispetto alle politiche europee.
Trovo assurdo e paradossale che l’Italia a dispetto di Francia o Spagna sia arrivata in ritardo rispetto alle unioni omosessuali (considerando – tanto per dirne una – che ai tempi di Oscar Wilde si guardava alla nostra nazione come ad un esempio di libertà di espressione del costume omosessuale europeo). Detto ciò, penso che la cosa che dia più fastidio di questo disegno di legge sia il comma D dell’articolo 1, ossia l’autodeterminazione nel dichiararsi donna o uomo in maniera fluida, e non necessariamente legittimata da processi burocratici o operazioni mediche lunghe e complesse. Questo, ovviamente, disorienta anche il mondo femminista che vede in una siffatta libertà un’ulteriore mancanza di rispetto nei confronti della donna. Non volendo polemizzare in merito, trovo, invece, che tutto il mondo arcobaleno debba rimanere compatto perché le discriminazioni sono tante ed investono trasversalmente una moltitudine di individui, dal mondo lesbo a quello transgender passando per i disabili”.
Il suo parere sul ddl Zan nel merito?
“Trovo che il ddl Zan sia necessario e doveroso. Potrebbe gradualmente cambiare il clima attuale, fatto di fratture e contraddizioni perché dal momento in cui ci sono state le unioni (fui felice di suonare al matrimonio del sindaco di San Giorgio a Cremano, celebrato dalla Cirinnà) molte persone omosessuali si sono sentite, giustamente, legittimate ad amarsi, ad esprimere in modo sano quello che sentono… e forse proprio questo sta inasprendo il clima sociale: tanti sono stati gli episodi di omotransfobia anche in Campania, dal caso di Ciro e Maria Paola a quello recentissimo causato dal bacio delle due ragazze lesbiche ad Arzano. Tramite una punizione e una legge severa che riconosca l’aggravante dell’odio omotransfobico (come già accade per questioni di razza e religione), la gente di domani forse sarà migliore.”
Lei è transgender. Come vive oggi a Napoli e in Italia in genere, che difficoltà ha, la mentalità delle persone sta cambiando?
“Ho adeguato il mio corpo con un intervento chirurgo ormai sedici anni fa: malgrado ciò, trovo doveroso rivendicare la mia identità transgender come fatto innanzitutto politico! Il percorso non può essere inteso come fine a se stesso né rispetto alla meta raggiunta: è una condizione di individuazione che ha anche la sua valenza antropologica (e Napoli lo sa molto bene).
Nel percorso transessuale “m to f”, credo che ci sia una problematica più sottile che è quella dell’accettazione a tutti costi di sé tramite i classici cliché di bellezza e femminilità, o altre trappole del genere per me allucinanti! Fortuna che la saggezza dei miei 51 anni mi ha messo a riparo da tutto ciò.
Io vivo a Roma dal ’93 ma Napoli la conosco benissimo, avendo anche fatto per anni uno spettacolo meraviglioso come “Dignità Autonome di Prostituzione” al Teatro Bellini per la regia di Luciano Melchionna. A Napoli ho avuto solo riconoscimenti meravigliosi ed una accoglienza calorosa”.
A cosa ha dovuto rinunciare dopo il passaggio e cosa ha guadagnato?
“Se penso al passato ricordo solo la battaglia con me stessa. Non ho avuto grossi problemi ma sicuramente, guardando a ritroso, ad esempio alla mia partecipazione a Sanremo giovani di 20 anni fa, quando mi chiusero le porte in faccia perché non ero definibile come identità (ero tra i primi 48 e mi autodefinivo “genderfluid”), forse la mia carriera avrebbe avuto altri risvolti, magari più meanstream. Tuttavia, sento di essere una donna e un’artista realizzata così, grazie al mio passato e grazie al coraggio di farne contenuto politico senza vergogna, sempre”.
Quali i suoi prossimi progetti musicali e artistici?
“Tra i prossimi progetti c’è sicuramente un disco (dopo “Se Avessi Te” ci saranno altri miei brani rivisitati che faranno parte di un progetto dal titolo “Macchina per canzoni”), un tour invernale e un album di inediti sempre per Joseba Publishing, compatibilmente con i miei impegni da Delegata del nuovo Imaie”.