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“Intitoliamo la Biblioteca nazionale a Benedetto Croce”

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Regnò 46 anni, morì poco dopo che la Repubblica aveva preso il posto del suo regno, ma ora è sul banco degli accusati per aver messo la sua firma sotto le leggi razziali fasciste, promulgate con il suo assenso nel 1938-39. Al Savoia Vittorio Emanuele III è intitolata la Biblioteca nazionale di Napoli – che prima dei Savoia si chiamava Reale biblioteca borbonica – e 76 anni dopo la morte del ” re soldato” un comitato chiede di sostituire il suo nome con quello di Benedetto Croce, che nel ‘ 20 valorizzò e promosse facendola crescere, la raccolta di volumi da ministro dell’Istruzione. I promotori dell’appello si rivolgono alle istituzioni: Regione Campania, Città metropolitana, Comune di Napoli, nella richiesta per ottenere il cambio di nome della Biblioteca di Palazzo Reale, ma soprattutto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

La storia non è nuova: l’ipotesi di intitolare la biblioteca a Croce è stata portata avanti anche dall’ex direttore Mauro Giancaspro, che più recentemente ha promosso una raccolta di firme per intitolarla a Guerriera Guerrieri che nel 1942 difese i volumi della Nazionale dalla volontà predatoria tanto dei tedeschi quanto degli alleati. Oggi l’appello riparte dal Sindacato unitario giornalisti Campania (Sugc) per muovere una sana critica alla decisione del sovrano di dire sì alle leggi razziali 85 anni fa, nel novembre del 1938, ” il più infamante dei provvedimenti legislativi e amministrativi – dice una nota – voluti dal fascismo.

A pagarne le conseguenze non furono solo gli 8.564 ebrei deportati dall’Italia, ma anche le decine di migliaia di connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell’internamento, per anni furono privati dei diritti più elementari. A colui che è stato uno dei protagonisti della più infelice delle stagioni del Novecento, a cui vanno certamente addebitate anche le sofferenze patite da centinaia di migliaia di militari italiani abbandonati al loro infausto destino dopo l’8 settembre 1943, Napoli continua a mantenere intitolata una tra le più importanti istituzioni culturali della città: la Biblioteca nazionale, terza per importanza dopo Roma e Firenze ” .

Nico Pirozzi, coordinatore dell’associazione Memoriae, spiega che “Vittorio Emanuele III intitolò la biblioteca a se stesso circa cento anni fa. Un passato che va cambiato con un appello che coinvolga tutta l’Italia, visto che a lui sono intitolate anche scuole, luoghi di cultura e strade. Siamo pronti a mandare la lettera-appello al ministro della Cultura”. Aderiscono, tra gli altri, la Comunità ebraica di Napoli e molti altri, tra cui Nino Daniele, ex assessore alla Cultura , che nove anni fa scoprì che una strada del Borgo Orefici era intitolata a Gaetano Azzariti, giurista e presidente del Tribunale della Razza. Oggi la via è intitolata a Luciana Pacifici, bambina napoletana di un anno, che morì mentre veniva deportata ad Auschwitz in treno con i genitori.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/01/10/news/intitoliamo_la_biblioteca_nazionale_a_benedetto_croce-382865642/?rss

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