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La ricerca della Stazione Dohrn: centinaia di gazze marine dall’Atlantico all’Italia

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A novembre, centinaia di gazze marine, originarie delle coste dell’Atlantico settentrionale, sono state individuate in Italia. A riportare la scoperta di queste curiose creature uno studio, riportato sulla rivista New Scientist, condotto dagli scienziati della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Lo studio è guidato da Rosario Balestrieri, ha raccolto i dati dai primi uccelli il 17 novembre scorso in diverse zone dell’Italia.

Sebbene non sia inusuale incontrare la specie nel Mediterraneo centrale e orientale, i ricercatori precisano che generalmente si tratta di avvistamenti di singoli esemplari, che avvengono quattro o cinque volte l’anno, mentre in questo caso gli esperti hanno riportato 11 gazze solo nel Golfo di Napoli, dove non si vedevano dal 1928, e oltre 400 uccelli in Liguria, in un solo giorno. Gli ultimi avvistamenti confermano inoltre che gli uccelli hanno raggiunto anche la Grecia e altre località del Mar Ionio.

“Molte delle gazze che abbiamo notato – riporta Balestrieri – sembravano in cerca di cibo, che a volte recuperavano direttamente entrando in contatto con le persone, un comportamento piuttosto anormale per un animale selvatico”. Dei circa 30 esemplari deceduti ritrovati deceduti o in difficoltà lungo le coste italiane, molti erano gravemente sottopeso, con alcuni che non raggiungevano la metà del peso ideale per un adulto sano. “Le gazze marine si nutrono di piccoli pesci, come le acciughe, immergendosi a volte per 120 metri al di sotto della superficie del mare – spiega Balestrieri – abbiamo bisogno di ulteriori ricerche prima di trarre conclusioni, ma è possibile che la pesca eccessiva abbia ridotto la disponibilità di cibo, oppure che a causa delle temperature marine più elevate, i pesci si siano spostati più in profondità, dove gli uccelli non riescono a raggiungerli”.

“L’impatto sulla popolazione di gazze di queste migrazioni di invasione – osserva Carles Carboneras della Royal Society for the Protection of Birds – potrebbe variare in base all’età degli esemplari coinvolti. Se si tratta di uccelli molto giovani, non dovrebbero verificarsi gravi conseguenze per la specie, ma se gli animali si trovano in età riproduttiva la situazione potrebbe essere più preoccupante. Per adesso non credo sia il caso di allarmarci, siamo in presenza di un evento singolare, e la popolazione potrebbe tranquillamente superare questa difficoltà”.

Per conoscere l’età dei singoli esemplari, sottolineano gli autori, è possibile osservare la forma e le dimensioni del becco. “Sappiamo che il cambiamento climatico può influenzare gli ecosistemi marini – commenta Letizia Campioni del Centro di scienze marine e ambientali di Lisbona – una delle principali minacce per le gazze marine può essere lo spostamento della disponibilità di prede a causa dell’aumento delle temperature o delle condizioni meteorologiche estreme.

Questa migrazione potrebbe essere la conseguenza di una singola tempesta, non abbiamo ancora elementi a sufficienza per stabilirne le cause. In ogni caso è importante monitorare la popolazione di gazze marine e capire se si tratta di un episodio isolato o se siamo in presenza della manifestazione di un cambiamento più profondo delle aree marine dove la specie trascorre la stagione non riproduttiva”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/06/news/la_ricerca_della_stazione_dohrn_centinaia_di_gazze_marine_dallatlantico_allitalia-377793213/?rss

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