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“Gli agenti penitenziari si offendono se li chiami secondini che fa rima con aguzzini, ma è questo quello che abbiamo visto a Santa Maria Capua Vetere. Un carcere che, tra l’altro, secondo le inchieste, è stato costruito dalle ditte del clan dei Casalesi. Lo diceva già Tolstoj: il carcere serve a creare aguzzini ” . È con questa convinzione che lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci, da anni impegnato nel lavoro sociale con i più fragili in aree di marginalità, si espone in progetti di recupero e cambiamento dei giovani detenuti del carcere minorile di Airola.