
Ischia – Si è aggrappato con tutte le sue forze a un infisso per resistere alla furia della frana che lo voleva trascinare via. Il suo volto coperto dal fango è diventato uno dei simboli della tragedia. Giuseppe, idraulico di 60 anni, conosciuto come “tubi storti”, era uscito all’alba da casa. «Doveva recuperare degli attrezzi poi voleva andare a caccia», racconta chi lo conosce. Ma la montagna è venuta giù trascinandosi dietro tutto ciò che incontrava. Giuseppe si è tuffato fuori dall’auto cercando scampo. E questa è stata la sua salvezza. La macchina è stata trascinata giù fino in mare, lui invece è finito all’interno del garage. E qui lo hanno trovato i soccorritori, appeso con due mani a un infisso, in quella che ormai era diventata una caverna senza via di uscita.
Ha combattuto per ore allo stremo Peppe “tubi storti” per non affogare ed essere portato via dal mare di terreno e detriti. Scene drammatiche, riprese in un video di 25 secondi che sintetizza la tragedia che si è abbattuta su Ischia. E la corsa contro il tempo per strappare alla morte i dispersi.
«Dove sta? Eccolo!», grida una donna appena intravede la sagoma dell’idraulico quasi completamente sommerso. «Stiamo arrivando — dice un altro soccorritore». «Non vi muovete», aggiunge e gli chiede, mantenendo il massimo della calma: «Riesce ad appoggiare i piedi a terra?». Giuseppe sembra rispondere di no, ma urla, con il poco fiato che gli resta in gola, che è «appeso». Il soccorritore continua a tranquillizzarlo: «Due minuti, due minuti, stiamo arrivando, arriviamo», coraggio distillato a voce per non fargli perdere la presa. I vigili del fuoco illuminano con una torcia l’uomo coperto dal fango. L’operazione è complicata ma poi si conclude con il sospirato salvataggio. Giuseppe “Tubi storti” è tirato fuori dalla trappola in cui era finito. La corsa poi all’ospedale Rizzoli di Ischia e quindi il trasferimento d’urgenza in elicottero al Cardarelli di Napoli: dove è arrivato in ipotermia, ma quello che preoccupa di più è lo schiacciamento al torace subito. È in prognosi riservata. Per Giuseppe è iniziata una nuova lotta.
Come quella che aveva intrapreso Fortuna Impagliazzo finita in ospedale con ferite ai piedi. Ha tentato di raggiungere la casa della figlia Valentina distrutta dalla colata di fango. «Non ci sta più, la sua casa non c’è più», piange la donna che si è inerpicata per alcuni metri cercando di farsi largo tra il fango e i detriti delle case ridotte a brandelli. «Voleva raggiungere la figlia — racconta in ospedale il cognato —. L’altro suocero ci ha chiamato lanciando l’allarme: la casa è stata completamente distrutta. Abbiamo tentato di accompagnarla, ma lei a un certo punto è crollata, non ce l’ha fatta più a proseguire. Io e un altro uomo siamo arrivati su, ma era stato spazzato tutto via. È sparita mia cognata Valentina, con il marito Gianluca e tre bambini di 16, 11 e 5 anni».
Disperato anche Francesco Sirabella: «Non trovo mia sorella Eleonora. Abita nella zona della frana, non risponde al telefono. Viveva lì con il fidanzato. I soccorsi sono arrivati nella zona, ma niente non abbiamo notizie».
Tra i volti provati degli sfollati ospitati all’hotel “Michelangelo” c’è una madre con due bambine: «Avevo perso la casa con il terremoto del 2017 — racconta — e dopo tre anni in un alloggio provvisorio, finalmente ho trovato un nuovo tetto, sempre a Casamicciola, perché volevo far crescere le mie figlie qui, in un contesto tranquillo». Tra tanto dolore anche gioia: dopo ore di angoscia Peppe e la sua famiglia residenti in contrada Rarone sono stati salvati. La lunga notte delle ricerche è appena iniziata.