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La vedova del parà ucciso dai Talebani: “Una guerra inutile e ora non so come spiegarlo a mio figlio”

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“Il solo sentire la parola Kabul da tutti i notiziari, continuamente, mi fa tornare a quelle ore di angoscia e dolore…”.
Signora Stefania, sta rivivendo il suo Afghanistan.
“Purtroppo è così. Era davvero inimmaginabile questo esito, sotto tutti i punti di vista. È come se ripiombassi dentro un pozzo nero da cui ho cercato con tutte le forze di tirare fuori me e mio figlio, dopo la morte di mio marito Roberto. Ho cercato di farlo con una forza di volontà che solo il mio bambino, che allora aveva 24 mesi appena compiuti, mi poteva dare”.

Simone ora è un ragazzo. Ma tutti ricordano quel bimbo con il basco della Folgore ai funerali, la sua foto era su tutti i giornali.
“Una giornata che è avvolta in lampi di rabbia dolore commozione confusione. Ma Simone fu stretto e abbracciato da tutti…”.

Soccavo, dodici anni dopo. Stefania Giannattasio è la vedova cinquantenne di Roberto Valente, il paracadutista della Folgore ucciso a Kabul, nell’attentato che fu poi rivendicato dai Taliban, il 17 settembre del 2009. Fu un attacco kamikaze dal bilancio gravissimo: 6 militari italiani morti, 4 i feriti. Una strage che, a ridosso dell’aeroporto della capitale, provocò altre 80 vittime tra i civili afghani. Era mezzogiorno quando scoppiò l’inferno: 150 chili di tritolo lanciati sui convogli dei soldati da un miliziano-suicida al volante di una Toyota bianca. Dodici anni dopo, gli stessi Taliban hanno preso il potere a Kabul. Roberto aveva 37 anni, ed era il più “anziano” e medagliato professionalmente delle vittime. E stava chiudendo la sua ultima missione: a casa lo aspettavano Stefania e il piccolo Simone, di soli due anni. A novembre, vi era ormai la disposizione ufficiale nero su bianco, Roberto sarebbe rientrato per rimanere in Italia: avrebbe lavorato in un carcere militare.

Stefania, come sta dodici anni dopo?
“Come una madre che ha provato a resistere. Roberto è stato ucciso per portare cooperazione e pace. È stato fatto fuori, lui e gli altri, con una montagna di esplosivo. Per contrastare il regime del terrore. E adesso? Dopo tanti morti italiani, hanno vinto sempre loro?”.

È questo che ha pensato di fronte ai tg di questi giorni?
“Guardo le immagini da Kabul e mi chiedo come tutto sia stato inutile, tante vittime, tanti funerali di Stato, tanto dolore. Anche il nostro Roberto. Che desiderava tanto rientrare a casa, avere un posto sicuro per sé e la famiglia, una vita normale. Una ferita devastante si rinnova per me e per mio figlio”.

Se si volta indietro, alla luce di questi avvenimenti, cosa vede: un fallimento, una guerra sbagliata?
“Posso solo dirle che il 17 settembre di quel 2009 io non capivo e oggi paradossalmente, ancor di più, io non capisco…”.

Che cosa?
“Per quale motivo è morto mio marito e i suoi colleghi di missione”.

Cosa intende, precisamente?
“A mio figlio Simone, che tra poche settimane compirà 14 anni, hanno sempre raccontato che il padre è un eroe. Il nostro Simone, che è un ragazzo intelligente curioso interessato, fino ad oggi è stato
consapevole e fiero di questo. Ma domani, visto che lui che si sta affacciando alla vita reale, visto che tra un mese comincia a frequentare il liceo e a farsi domande, tra poco cosa penserà? Che gli abbiamo raccontato favole? Che è stata l’insipienza, l’incapacità di chi ha guidato questa guerra a condannarlo a vivere un’esistenza senza il padre?”.

Le appare vano il sacrificio di Roberto e di tutti gli altri 53 italiani uccisi in quel territorio di guerra.
“Io cerco di colmare questo vuoto, ma non è la stessa cosa. Quella ferita oggi si è riaperta e faccio fatica anche a parlarne, adesso. Solo la parola Kabul mi mette ansia. Mi sembra di sentire e rivedere Roberto, ricordandomi dei suoi contatti dall’Afghanistan”.

Sarebbe tornato a novembre, per restare con voi.
“Quello che mi raccomandava era “pensa a Simone”: ed io faccio di tutto pur di tener fede alle sue raccomandazioni. Onore a tutti ragazzi caduti… E ora mi scusi, voglio tornare nel mio silenzio. Quello che sta accadendo per noi è un altro colpo dopo la tragedia”. Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/08/19/news/afghanistan_militari_italiani_uccisi_napoli_campania-314512830/?rss

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