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L’allarme di Abc: “Come molti enti idrici del Sud rischiamo di essere esclusi dal Piano Nazionale di Ripresa”

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“Rischiamo di essere esclusi dai fondi del Recovery plan. È una ingiustizia che può abbattersi su molti gestori idrici del Sud”. È l’allarme lanciato da Alessandra Sardu, neo presidente di Abc, acquedotto del Comune di Napoli.  

Perché verreste tagliati fuori dalle risorse del Piano nazionale di ripresa?

“I documenti di accompagnamento del Pnrr emanati dal Ministero della Transizione Ecologica, sembrano imporre dei paletti, peraltro senza che ne sia chiaro il fondamento normativo, che nei fatti comporterebbero l’esclusione di tutti quei gestori che non sono ancora affidatari unici del distretto in cui operano, che guarda caso sono quasi tutti gestori del sud Italia. Questo è inaccettabile soprattutto se l’obiettivo del Pnrr è di colmare il water-divide tra nord e sud del paese”.

Quanti fondi sperate di ottenere dal Recovery?

“Abc ha presentato progetti da ammettere al finanziamento del PNRR per oltre 140 milioni di euro, e si tratta di progetti di fondamentale importanza per la città di Napoli. Il Pnrr rappresenta un’occasione unica per efficientare ancora di più il sistema idrico e fognario cittadino, anche dal punto di vista tecnologico. Tuttavia se le cose restano come sono, e non vengono adeguatamente riviste, c’è il rischio che molti gestori del Sud Italia siano esclusi dai finanziamenti del Pnrr. Un’ingiustizia intollerabile ai danni del Sud e di gestori pubblici efficienti che come noi fanno sforzi importanti per tutelare l’acqua nella sua dimensione di bene comune e diritto umano fondamentale. Ci batteremo in tutte le sedi opportune per fare in modo che queste opportunità non vengano negate ai cittadini del Sud”.

L’Abc resta l’unica azienda speciale pubblica di una grande città, a 10 anni dal referendum è Napoli che è stata all’avanguardia o ci sono delle difficoltà per i Comuni ad adeguarsi?

 “Napoli è stata all’avanguardia, perché ha interpretato in maniera molto coraggiosa la volontà popolare espressa nel referendum del 2011 realizzando un modello societario con delle caratteristiche precise, che non persegue il fine della distribuzione degli utili ma l’impiego degli stessi per la realizzazione di precisi obiettivi statutari, tra cui la costituzione e l’incremento di fondi per il rinnovo degli impianti, e la previsione di meccanismi di solidarietà internazionale, quali il fondo di solidarietà internazionale per interventi in paesi in via di sviluppo, e di partecipazione quali le attività di alfabetizzazione ecologica. Mi preme però sottolineare che la scelta del modello societario non ha influito in alcun modo sull’efficienza dell’azienda, che anzi è stata in grado di svilupparsi, raggiungere risultati aziendali importanti ed offrire un servizio di alta qualità ai cittadini. Abc è un fiore all’occhiello del Comune di Napoli, e ha tutti gli strumenti per guardare con ottimismo al futuro”.

 L’Abc riuscirà ad ingrandirsi e ad imporsi come modello in tutta la città metropolitana nella gestione delle acque?

 “Abc è un’azienda con una storia importante, ultracentenaria, ma soprattutto con enormi potenzialità di sviluppo. C’è stata qualche tempo fa una delibera del consiglio di distretto Napoli dell’Ente Idrico campano, che ho accolto molto positivamente, con cui Abc è stata indicata come gestore unico del distretto di Napoli. Questo è sicuramente un obiettivo prioritario per noi. Abc ha tutte le carte in regola e le capacità tecniche per assumere questa funzione, che in termini concreti consentirebbe ai cittadini dei 32 comuni del distretto di Napoli di poter aver come gestore un’azienda pubblica con una tradizione importante e radicata sul territorio, in grado di offrire un servizio di altissima qualità e soprattutto di praticare delle tariffe che sono tra le più basse d’Italia. Stiamo lavorando alacremente per raggiungere quest’obiettivo, sono in corso interlocuzioni con alcuni comuni che sembrano aver compreso i vantaggi che deriverebbero ai loro cittadini da quest’operazione. Ma ci sono tante altre sfide all’orizzonte: dopo aver assunto la gestione del sistema fognario del Comune di Napoli, aspiriamo anche a subentrare nella gestione dell’impianto di depurazione di Napoli Est. A tal fine, auspichiamo che gli enti preposti riconoscano le capacità di Abc e ci diano presto la possibilità di cimentarci in questa nuova sfida che affronteremo con tutta la preparazione e l’efficienza che contraddistingue Abc”.

In cda è stata approvata la delibera sulle tariffe, che novità ci sono?

 “Acqua pubblica significa che 1 litro d’acqua costa ai napoletani circa 1 millesimo di euro. Questi sono i prezzi che Abc chiede ai cittadini napoletani per offrire loro acqua controllatissima e buonissima. Con le nuove tariffe si è cercato, conformemente a quanto indicato dall’Arera, di premiare le persone che fanno un utilizzo virtuoso dell’acqua, senza sprechi. Inoltre è stato abolito il cosiddetto “minimo impegnato”, che penalizzava le attività commerciali che avevano bassissimi consumi. Mi sembra un’altra importante battaglia di civiltà vinta nell’interesse della collettività”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/07/23/news/l_allarme_di_abc_come_molti_enti_idrici_rischiamo_di_essere_esclusi_dal_piano_nazionale_di_ripresa_-311461339/?rss

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