Il Sud relegato ad un solo ministero. Quattro ministri napoletani fuori dal governo. Due sfide chiave da affrontare, Recovery plan e occupazione (a meno di un mese dallo stop ai licenziamenti) e un treno da non perdere, quello dei fondi europei. Sono preoccupati, gli imprenditori e si affidano al presidente del Consiglio Mario Draghi. Fanno appello a lui, che garantisca “la par condicio territoriale” in un governo che, a giudicare dai componenti, schiera più Nord che Sud in un momento storicamente strategico per la crescita del Mezzogiorno e della Campania. “Vediamo in Draghi il garante di una visione giusta dell’Italia e del Mezzogiorno – spiega Giovanni Abete, presidente sezione metalmeccanici degli industriali di Napoli, preoccupato delle condizioni di spendibilità dei fondi europei – ma certo siamo rimasti sopresi dalla componente a maggioranza “nordista” del nuovo governo. Si parla sempre dell’Italia che senza il Sud non riparte, ora bisogna dimostrarlo nello sviluppo del territorio, non solo con uno slogan”.
Si rammarica per la perdita di “ministri di peso del nostro territorio” anche Federica Brancaccio presidente Acen ma conserva anche ottimismo: “Voglio credere che per un governo guidato da una persona di così alta levatura, l’estrazione territoriale non incida sulle scelte. La questione meridionale riguarda lo sviluppo del paese, se il Sud cresce il Nord cresce ancora di più. Il governo Draghi sarà in grado di avere visione strategica, qui i margini di crescita e mercato sono enormi. Confido nella competenza del premier e nella serietà dell’esecutivo”. “La nomina di Draghi ha portato una ventata di ottimismo – riconosce Antimo Caputo, ad dei Molini Caputo – Aspettativa un po’ delusa rispetto alla squadra di governo: tecnici competenti che convivono con il gioco della politica. Mi auguro che l’assenza del Sud sia ricompensata dall’attenzione che il presidente Draghi saprà mettere in questa parte d’Italia che è la vera miniera del paese, l’unico posto dove si può ancora investire”.

Potenzialità in cui ha sempre creduto Ambrogio Prezioso, ex presidente degli industriali: “Avere all’interno dei ministeri esponenti del Sud sarebbe stato più utile per lo sviluppo del territorio ma siamo convinti che Mara Carfagna saprà fare bene. È fondamentale attrarre investimenti nazionali e internazionali, nell’attesa che ci siano le riforme. Per ogni euro speso al Sud, il 70 per cento ritorna al Nord. Dobbiamo avere una visione precisa del Mezzogiorno e capire i driver più importanti, perché possa scoccare la scintilla dell’innovazione e della ricerca, mettendo insieme forze politiche e sociali”. Invoca investimenti necessari per il digitale sul territorio, in particolare per la sanità, Gaetano Cafiero, imprenditore nel settore dell sanità digitale: “Il 50 per cento dei fondi del Recovery plan andrebbe assegnato al Sud, per questo ci affidiamo a Draghi. Invitiamo la ministra Carfagna di portare avanti la battaglia del suo predecessore Provenzano”. Affida piena fiducia al nuovo esecutivo anche Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli “È composto da personalità di rilievo ma non nascondo il rammarico: ministri come Manfredi potevano restare, considerando il lavoro fatto. I politici del Sud devono farsi sentire e pretendere”.
Guida la linea più morbida, Vito Grassi, presidente Confindustria Campania e vice presidente Confindustria nazionale:”Non penso possa incidere sui progetti il luogo di nascita dei ministri, giudichiamo i programmi. Le premesse ci sono. Draghi all’esordio a Rimini, ha promesso spazio alle nuove generazioni e coesione sociale. Piena fiducia al premier”.
Anche per Giancarlo Carriero, referente del turismo di Confindustria Napoli “la provenienza geografica dei ministri non è necessariamente un problema per il Sud, dipende dalla politica che faranno”. Carriero plaude invece al neo ministero del Turismo: “Andrà riorganizzato il settore in generale, a cominciare dalla promozione e dalla tassa di soggiorno. È fiducioso Francesco Tavassi, vicepresidente Unindustria con delega al Mare: “Più della provenienza è utile capire le competenze dei ministri e come saranno i primi provvedimenti. È necessaria l’attenzione al territorio, solo così si portano avanti le istanze del Sud”.
Si sfila dalla polemica anche Anna Del Sorbo, presidente della Piccola industria: “Per una prima valutazione del governo Draghi è necessario attendere il programma. La provenienza territoriale dei ministri non può di per sé condizionare il giudizio. Attendiamo una svolta rispetto alle politiche per il Mezzogiorno. Niente assistenza, ma interventi per recuperare il divario territoriale: dalle infrastrutture di trasporto e viabilità alle reti energetiche e alle piattaforme digitali fino al decollo delle Zone economiche speciali”.