Quello che i genitori definiscono “fallimento organizzativo”, “débacle didattica”, “scuola di eccellenza ridotta in macerie”, giunge all’attenzione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e del direttore scolastico regionale Luisa Franzese. L’istituto comprensivo Madonna Assunta, la scuola di Bagnoli che è stata all’avanguardia ed ha rappresentato la punta avanzata del sistema educativo campano, trasformatasi in un campo di battaglia tra la dirigente Rosa Cassese e i genitori che hanno scelto quell’istituto per il tempo pieno e le metodologie didattiche, vive da anni un conflitto mai sanato tra la dirigenza e l’utenza.

Un conflitto inaspritosi con la riapertura delle scuole in zona rossa e l’organizzazione che lascia a casa i piccoli della materna (tranne che per 3 giorni al mese), lascia in Dad per metà della settimana gli scolari di elementari e prima media, e rinuncia del tutto al tempo pieno. Un conflitto che – giunto sulla scrivania del ministro con una lettera firmata da 110 mamme – ha spinto il direttore scolastico Franzese a convocare nei suoi uffici, di qui a 3 giorni, una rappresentanza dei genitori. Il consiglio d’istituto, nella sua componente di genitori, incontrerà Luisa Franzese per raccontare i disagi e denunciare “il tradimento di un progetto didattico”. La richiesta delle famiglie punta in alto: sostituire la dirigente. Che stavolta è accusata di non aver provveduto per tempo a quegli indispensabili lavori (ad iniziare dalle scale di emergenza) che devono mettere in sicurezza la scuola e la costringono a ospitare non più di 100 bambini alla volta. Di qui la Dad e i doppi turni. Lavori che, val la pena sottolinearlo, sono in capo al Comune, l’ente locale che ha sin qui rinviato gli interventi. Una responsabilità che la preside Cassese sottolinea: senza quegli interventi la scuola non è agibile e non è colpa sua se sono stati calendarizzati per questo periodo.

Le famiglie ieri, non solo hanno spento i computer e non hanno portato a scuola i bambini che dovevano essere in presenza, ma hanno organizzato una mattinata di laboratori e scuola all’aperto per dimostrare che una didattica diversa, inclusiva, in presenza e a distanza, è possibile. “Basta volerlo” hanno sottolineato anche le maestre – ormai in pensione – che di quella scuola sono state le colonne portanti e che ieri hanno dato manforte alla protesta dei genitori. Nella Piazza a mare su cui praticamente affaccia l’istituto, decine di bambini hanno rivissuto, ieri, l’entusiasmo del fare scuola. “Per noi, mentre ricomincia la scuola in presenza in tutta Italia, la scuola riprende davanti ad pc” hanno scritto le mamme al ministro Bianchi. “La nostra è una scuola disastrata per l’incapacità gestionale della dirigenza di governare un’emergenza che sanitaria non è. Sono in corso i lavori per le scale di emergenza. Dopo lentezze burocratiche, rimpalli di responsabilità tra enti e una gestione discutibile della preside, non si garantisce il rientro a scuola in presenza dei 700 alunni, si lasciano a casa i bimbi più piccoli e si rende più utopistica l’idea di inclusione di bambini fragili”.