
Terzo appuntamento della stagione al Teatro Acacia con Maurizio Casagrande e il suo “A tu per tre”. In scena al fianco del popolare attore la pianista Claudia Vietri e la cantante Ania Cecilia. In scena da domani a sabato alle 21, e domenica alle 18. Biglietti ai teatri Acacia e Diana e on line su www.teatrodiana.it.
Maurizio Casagrande, finalmente di nuovo in scena.
“È stato il più lungo periodo di silenzio del teatro italiano. Troppo lungo direi, e speriamo sia davvero finita. Si ricomincia, ma gli spettacoli ne hanno risentito e le produzioni sono ancora prudenti”.
È prudente anche lei?
“Certo, non ho potuto sostenere le spese di riallestimento del mio “Mostri a parte”, così ho preferito scrivere e allestire uno spettacolo agile, che mi permettesse di girare con facilità, di poter mantenere bassi i costi: è pure un modo di sostenere i teatri. Però naturalmente non ho rinunciato alla qualità ed al mio modo di rapportarmi allo spettatore”.
Come ha fatto?
“Un piccolo gruppo in scena, io e due bravisime collaboratrici Claudia Vietri con il suo pianoforte e Ania Cecilia, una magnifica cantante. In tre abbiamo sinergie che si sommano e si moltiplicano”.
Una grande intesa artistica, si direbbe…
“La pianista, Claudia Vietri non solo suona magnificamente, ma ha in mano la responsabilità di tutto lo spettacolo attraverso le sequenze del suo computer. È lei che pilota i video, le luci, la successione dei movimenti. Un gran lavoro”.
Grazie alle tecnologie oltre che alle persone.
“Sono da sempre un amante delle tecnologie, in genere si adoperano per i concerti, questa volta le si adopera per uno spettacolo agile.
Per esempio il time-code mi serve per pilotare le luci, così non si sbaglia mai. Faccio un breve sketch con me stesso grazie alla tecnologia che a teatro può provocare momenti interessantissimi senza cancellare la parte artigianale di chi sta in palcoscenico. Un velatino, da sempre adoperato in teatro, può offrire possibilità nuove all’attore”.
Cosa racconta in questo suo spettacolo, Casagrande?
“Mischio tutto, dal racconto classico, sentendoci tutti amici accanto al falò, a test costruiti con la tecnologia, a momenti di teatro della sorpresa. Una commedia pensata per mettere in scena un triangolo, il gioco cioè di un uomo attore con due donne che interagiscono con me come attrici anche se vorrebbero essere altrove. Non c’è lavoro e sono costrette a convivere con quest’uomo, che sarei io…”.
Parla insomma anche di lei?
“Racconto un po’ anche il mio percorso artistico, facendomi aiutare dalle due amiche musiciste che invece ora fanno le attrici, e durante il racconto si capirà anche perché stanno al mio fianco. Questa volta non suonerò, c’è la musica, certo, e c’è Maurizio Casagrande che si diverte a cantare anche se non mi permetto di definirmi cantante”.