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Napoli, 10 anni dall’incidente in via Petrarca. Il padre di Gianmaria: “Istituzioni assenti”

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“Sono trascorsi 10 anni da quell’incidente in via Petrarca. Dalla notte in cui mio figlio Gianmaria e i suoi amici persero la vita facendo un volo di oltre 50 metri a bordo dell’auto su cui viaggiavano. Il dolore è lo stesso, la rabbia di più perchè la morte di tre ragazzi di 18 e 19 anni non è servita a mettere in sicurezza la ringhiera di quella maledetta curva e gli incidenti si ripetono, persino nello stesso punto”.

Carmine De Gregorio è il padre di Gianmaria, il ragazzo che il 15 maggio 2011 morì con gli amici Gianluca Del Torto e Oliviero Russo mentre tornava a casa a bordo di una Mini One. L’auto impattò sulla ringhiera, che non resse all’urto. Da allora i genitori dei tre ragazzi chiedono l’installazione di barriere “per evitare che riaccada e dare un senso alla morte dei nostri figli”.

“Dalle istituzioni solo promesse – prosegue De Gregorio – In 10 anni, neppure l’auto in cui erano i nostri ragazzi è stata rimossa dal luogo dell’incidente.  Periodicamente vado in via Petrarca, mi siedo sulla panchina, mi affaccio e vedo la macchina giù. Una ferita aperta ogni volta che la vedo, uno sfregio a noi genitori. Come se nulla fosse accaduto. Avrei voluto piantare degli alberi lì per ricordare i nostri figli, invece ci sono ancora lamiere”.

Nella zona “in tre anni ci sono stati 4 incidenti, uno quasi nello stesso punto – continua il padre di Gianmaria –  Ogni volta corro, chiedo di intervenire, si rinnova il dolore. Quelle ringhiere vanno sostituite, non posso rassegnarmi. Il Comune deve fare qualcosa, può finirci un bus contro, sarebbe una strage. I paletti non servono a ridurre il rischio, così come le bande sonore e i cartelli”

Domani alle  18.30  verrà celebrata una messa in memoria di Gianmaria, Oliviero e Gianluca presso la chiesa dei Padri Dehoniani in Via Marechiaro. E De Gregorio lancia ancora una volta un appello alle istituzioni per l’installazione di barriere: “Ho parlato con tutti, non so più a chi chiedere. Non ci si può affidare al caso, alla fortuna di chi precipita e si salva. Nel parco che si trova sotto la curva abitano delle persone, tra l’altro, vanno protette. Via Petrarca e via Orazio sono piene di questi strapiombi. Quelle ringhiere vanno sostituite per salvare altre persone”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/05/14/news/napoli_via_orazio_incidente_curva-300929967/?rss

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