Ritornano i turisti e in un attimo si fa un passo indietro nel tempo, direttamente a due anni fa, 2019 quando la pandemia doveva ancora entrare nella nostra vita. Il boom è evidente all’ora di pranzo. Un fiume di gente ai Decumani, via Toledo presa d’assalto, in Galleria e sui marciapiedi tornano i vu cumprà, le lunghe file davanti ai locali dello street foood. Gli albergatori esultano. Strutture piene al 75 per cento quasi come nel 2019 (85 per cento), epoca preCovid.

Alle 13,30 si allunga la fila davanti alle pizzerie del lungomare. Poco più in là, 50 in attesa della pizza a portafoglio da Sorbillo, all’angolo con piazza Trieste e Trento. Massimo Gionno, torinese, in viaggio con moglie e tre figli piccoli, calcola velocemente il costo del pranzo: ” Diciassette euro per 5 pizze, mica male – ragiona – Napoli è davvero una bella città ed è anche economica… ” .
Tre euro e 50 per ciascuno e il pranzo è possibile. Si mangia, si beve a poco prezzo e le cartacce si buttano via, spesso a terra. “I cestini di mattina sono vuoti – indica il cameriere del bar “Il caffè del professore” – ma poi si riempiono e la sera via Toledo è un tappeto di cartacce unte” . C’è chi mangia una pizza, con il cartone sulle gambe, sulle scale del teatro San Carlo. Nelle aiuole davanti a Palazzo Reale, qualcuno ha lasciato bottiglie di vino vuote, nei giardini spuntano giacigli per i clochard, rifiuti vari, resti di cibo. Non è l’abbandono del periodo di Ferragosto ma i segnali dell’incuria restano, seminascosti nelle traverse limitrofe alle zone centrali, a due passi dal passaggio dei turisti.

Alla Pignasecca e a via San Giacomo bidoni pieni di umido e indifferenziato, a via Toledo buste di plastica non raccolte e cartoni. Bidoni pieni e ingombranti in strada a via Morelli e via Medina. Rifiuti qua e là ma nessuno li vede. Qui, nella seconda estate con Covid, si pensa solo a sorridere e si mangia a buon prezzo. “Ma ho trovato la città pulita – sorride Vincenza, calabrese – di certo più della nostra. Qualche cassonetto pieno ma noi non ci scandalizziamo…”. Turisti distratti ma attenti alle tasche. A ora di pranzo, il lungomare esplode di gente, i Decumani sono strapieni, c’è chi acquista pastori a San Gregorio Armeno e chi consulta dalla guida la pizzeria migliore dove gustare il miglior pranzo. Ma i commercianti masticano amaro: ” Tanta gente ma pochi acquisti”. “Tornando dalla Calabria ci siamo fermati a Napoli, mancavo da 10 anni – racconta Claudio, romano, mentre stringe un “cuoppo” di fritto da 12 euro – la trovo sempre bellissima”.
Sorridono gli albergatori, alle prese con un pienone inaspettato. “È andata bene, non ce l’aspettavamo – si sorprende Sergio Maione, presidente sezione Turismo dell’Unione Industriali e patron dell’hotel Vesuvio – abbiamo perso solo il 10 per cento rispetto al 2019. Ora, però, ci aspettiamo l’incognita settembre. Cosa succederà con il Covid? Abbiamo decine di prenotazioni, saranno confermate? Questa è la nostra incertezza più grande, il futuro”. I dati sono un miracolo, rispetto al 2020, annus horribilis per il turismo. Napoli aveva registrato un crollo verticale delle presenze, meno 71 per cento rispetto al 2019. E i numeri di quest’anno sembrano un miraggio, anche per i dipendenti rientrati al lavoro.
“Le aziende hanno richiamato il personale in Cig – rivela Antonio Izzo, presidente Federalberghi Napoli – c’è il beneficio delle camere occupate ma anche un bel ritorno di immagine per la città”. Ma se c’è chi rientra al lavoro, in tanti hanno abbandonato il settore, lasciandolo sguarnito. Mancano camerieri, personale di sala, chef. Un problema cronico, che esiste da mesi e nemmeno la ripresa estiva è riuscita a sanare. ” Uno dei problemi di questa ripresa è anche il personale – chiarisce Massimo Di Porzio, presidente Fipe Campania – con la crisi Covid in 7mila hanno abbandonato la filiera per cercare altre occupazioni” . Nonostante tutto si è ricominciato a muovere i primi passi verso la ripresa, anche se per molti resta l’incubo Tari con un anno di tasse non pagate ( bollette dai 5 ai 20 mila euro che in pochi hanno potuto onorare, dopo un anno a incassi zero per il Covid) : “Ero scettico, invece anche il Green Pass ha funzionato – prosegue Di Porzio – l’80 per cento dei clienti lo presentano ma restiamo sempre contrari alle limitazioni per i locali al chiuso, chiediamo l’estensione a tutti i ristoranti. Speriamo solo che la stagione delle chiusure sia finita. E che il nuovo sindaco assicuri migliori servizi ai turisti. In città nella settimana di Ferragosto, non si trovavano taxi, metro e funicolari chiudevano prima, un incubo “