
La diffida del prefetto Marco Valentini è stata consegnata a tutti i consiglieri comunali. Entro il 21 settembre bisognerà approvare bilancio di previsione e, soprattutto, il rendiconto, altrimenti i dieci anni di Luigi de Magistris da sindaco si chiuderanno con lo scioglimento anticipato del Consiglio (a pochi giorni dalle elezioni) e con l’arrivo di un commissario straordinario.
Il Comune di Napoli non ha avuto la proroga affinché l’incombenza fosse affidata alla prossima amministrazione e il prefetto, come prevede la legge, ha inviato la diffida ai consiglieri che dovranno riunirsi e approvare i due documenti per evitare lo scioglimento anticipato. È chiaro che in piena campagna elettorale sperare di raggiungere i numeri necessari all’approvazione è molto complicato, soprattutto, perché de Magistris da tempo, non ha una maggioranza. Il sindaco ieri ha dovuto incassare anche le dimissioni di altri due assessori: Francesca Menna e Ciro Borriello pronti a candidarsi con il M5S. Le loro deleghe saranno redistribuite tra i sette assessori che ancora sono in quella che ormai è una mini giunta. Nonostante questo Palazzo San Giacomo continua a sfornare delibere, come quella, a firma proprio del dimissionario Borriello, propone al Consiglio comunale “l’adozione di un nuovo regolamento di polizia mortuaria e dei servizi funebri che va dalle illuminazioni votive, alle concessioni funerarie, passando attraverso la materia edilizia”.
Tornando alla probabile mancata approvazione del bilancio previsionale e del consuntivo, questo determinerà conseguenze immediate come lo stop alle assunzioni programmate, compresa quella dei 485 vincitori del concorso regionale. Toccherà poi a un commissario prefettizio passare al setaccio la situazione contabile del Comune.
Solo un accordo con l’opposizione potrebbe cambiare lo scenario. Trattative sono in corso. In teoria i margini sono strettissimi, ma chi è in competizione per subentrare a Palazzo San Giacomo potrebbe decidere che è comunque meglio partire da un bilancio approvato anziché dalle valutazioni di un organo non politico. Se ne saprà di più la settimana prossima, quando, il presidente del Consiglio comunale Sandro Fucito convocherà la conferenza dei capigruppo per fissare la data della riunione dell’assemblea cittadina. In un lungo e polemico post de Magistris parla di discriminazione ai danni della città per la mancata proroga: ” Ancora una volta Napoli per ragioni politiche viene discriminata e messa in pericolo”, accusa. Quindi l’ex pm dà questa versione dei fatti: “Nella primavera provvedimenti normativi e soprattutto una sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato una legge del Parlamento, hanno rischiato di mandare in default centinaia di comuni, soprattutto del sud. Con una battaglia condotta fino all’ultimo minuto siamo riusciti a ottenere il rinvio della data dell’approvazione dei bilanci sino al 31 luglio ed un impegno del governo a trovare norme e risorse per ristorare ciò che ci era stato sottratto. Pochi degli impegni assunti, soprattutto nei confronti degli enti che non per loro colpa si trovano in deficit strutturale (pensiamo a Napoli con il debito storico che ha origine nel terremoto del 1980 e nell’emergenza rifiuti degli anni 2008/2010), sono stati rispettati”.
Storia vecchia che adesso si unisce all’imminente appuntamento elettorale: “La situazione è aggravata dal fatto che in alcuni comuni, come Napoli – aggiunge de Magistris si doveva votare a giugno e per ragioni pandemiche (ma penso anche politiche) si è deciso di votare in ottobre. Quindi si è dovuto redigere un bilancio in giunta in regime di proroga del mandato. Abbiamo chiesto al governo di valutare l’estrema complessità di approvare un bilancio in Consiglio comunale a settembre a pochi giorni dal voto, in piena campagna elettorale con un quadro politico e istituzionale immaginabile. Si è colta la bontà delle argomentazioni al punto che era stato raggiunto un accordo tra Anci e governo per un’ulteriore brevissima proroga tanto da consentire ai Comuni in cui si vota, di far approvare i bilanci al nuovo Consiglio comunale. Da precisare che a Napoli in giunta, nei tempi previsti, abbiamo comunque approvato un bilancio molto buono”.
Ma sempre secondo la ricostruzione di de Magistris, Napoli è stata tagliata fuori dal rinvio: “In pieno agosto accade che la proroga viene concessa solo ai Comuni siciliani e non agli altri, dove la città più colpita che va anche al voto resta Napoli. Quindi la proroga è per quasi tutti ma non per Napoli, dove si vota tra un mese e non si comprende in che condizioni si possa, a pochi giorni dalla cabina elettorale, convocare un consiglio comunale con un quadro istituzionale e, soprattutto, politico totalmente mutato. Il rischio è che l’approvazione del bilancio, sulla pelle dei napoletani, diventi terreno di scontro politico elettorale”. Quindi l’ex pm lancia un appello all’esecutivo di Mario Draghi: ” Davvero mi auguro che il governo ponga immediatamente rimedio a questa evidente discriminazione e non si lasci radicare il legittimo sospetto che si prendano decisioni a seconda del colore della città o di chi l’amministra”.