
Ha lottato con tutte le sue forze contro il Covid per quasi due mesi. Ma proprio quando il peggio sembrava essere passato con le dimissioni dall’ospedale e l’inizio del percorso di riabilitazione per i postumi della malattia, il cuore di Luigi Frunzio, procuratore aggiunto a Napoli e vicario dell’ufficio inquirente diretto da Giovanni Melillo, si è fermato per sempre. La notizia ha suscitato dolore e commozione fra colleghi e amici del magistrato, sessant’anni, protagonista di una lunga carriera sempre in prima linea, dalle indagini sui reati finanziari condotte nell’angusto ufficio di Castel Capuano alle grandi inchieste di camorra affrontate nel grattacielo del Centro direzionale. Toccò a Frunzio indagare sul clamoroso crac della Sim “Pofessione e finanza”. E c’era anche lui, fra il 2004 e il 2005, nel pool di pm composto anche da Giovanni Corona, Luigi Cannavale e Simona Di Monte, che si trovò ad affrontare la sanguinosa catena di omicidi della faida di Scampia. Un’esperienza messa a frutto negli ultimi anni, con la nomina come procuratore aggiunto e la scelta del procuratore Melillo di assegnargli il coordinamento delle investigazioni sull’area della provincia di Caserta. Grande appassionato di calcio e tifoso del Napoli, negli anni ’90 si era occupato anche di giustizia sportiva.