Sulla destra il mare e il campanello del Real Yacht Club Canottieri Savoia. Appena arrivati il portone al numero 13 della banchina di Santa Lucia è chiuso. Sembra quasi un segno. Chiuso come è l’accesso alle socie donne. Non nel regolamento, ma nei fatti. Non per divieto, ma “per tradizione”: così la definisce il presidente del circolo, Fabrizio Cattaneo.

Negli statuti sia del Savoia che del poco distante circolo del Remo e della Vela Italia, infatti, non è preclusa alle donne la possibilità di fare richiesta per diventare socie. Nei regolamenti non c’è nulla messo nero su bianco che lo vieti. Esiste però una regola non scritta. Tanto che in 129 anni al circolo Savoia e in 133 al circolo Italia si sono iscritti solo uomini: neanche una socia donna. Una regola non scritta che in entrambi i circoli nautici conoscono tutti: da chi ci lavora ai soci e fino agli atleti e ai campioni mondiali che li frequentano. La si impara appena si entra. “In realtà le donne non possono diventare socie del circolo, ma soltanto gli uomini” dice anche il cameriere che apre la porta e a cui chiediamo informazioni sull’iscrizione. “Sarebbe in assoluto la prima donna socia dopo tanti anni” aggiunge sorridendo.

“Nulla nel nostro regolamento impedisce ad una donna di compilare la domanda per diventare socia “puntualizza piccato nel suo ufficio il presidente Cattaneo. “La domanda deve essere firmata da due soci fondatori, valutata e votata”. Ovviamente, tutti uomini. Quante possibilità reali ci siano che i soci fondatori la firmino e gli altri la approvino lo spiega meglio il presidente del circolo Italia, Roberto Mottola.

“Anche nel nostro statuto non è vietato l’ingresso alle donne come socie – afferma -, ma poi forse è un po’ difficile per i soci fondatori firmare la richiesta ed intestarsi questa scelta…”. Nulla lo vieta, ma nei fatti neanche lo consente a quanto pare. Non per regolamento, ma per mentalità. ” Per tradizione i circoli sono maschili” spiega Cattaneo prima di mostrare un vaso dell’epoca fascista esposto in una vetrina del circolo Savoia. “È proprio come accade con questo vaso. Dovrei buttarlo via solo perché si è andati avanti? No, si conserva. Così qui nel nostro circolo si è conservata la tradizione di soli uomini soci ” . Sul perché non ci siano socie diventa ancora più chiaro. ” Le donne non hanno lo stesso spirito degli uomini – aggiunge Cattaneo – Ve lo immaginate un tavolo dove tra soci maschi si fanno battute se ci fossero anche donne?”.
Seduto sulla poltrona al suo fianco, Mottola è ancora più esplicito: “Escluse le nuove generazioni, credo che le donne non siano ancora abbastanza cresciute affinché nei circoli le cose vadano diversamente”. O forse è il contrario. Così in entrambi i circoli nautici si contano zero donne socie. Sono solo ospiti degli uomini, oppure sono tesserate perché qui praticano attività sportive. Diversamente da quanto accade al circolo Posillipo o al Rari Nantes, dove sono socie ed occupano anche posti strategici. “Ed infatti si vede la differenza tra quei circoli e il nostro” commenta Mottola. Vuole dire in pratica che la presenza delle donne ha peggiorato quei circoli? “Non l’ho detto – risponde – ma vi invito ad andarci per rendervene conto”.
“La verità – aggiunge Cattaneo – è che per necessità di fondi hanno aperto anche alle donne che pagano una quota scontata rispetto ai mariti e ai soci uomini. Noi non chiederemo mai ad una donna di mettere mano alla borsa. Non lo consentiamo”. Ma la questione, visto che in più di un secolo non vi è stata neanche una socia, è se nella realtà siano garantite ad una donna le stesse condizioni di versare la propria quota e di accedere al circolo qualora lo desideri. Come fanno gli uomini.
“Non abbiamo mai ricevuto alcuna richiesta. E non so il perché non dovete chiederlo a me ” dice il presidente del circolo Savoia. Ma non è difficile a questo punto immaginare il motivo. Che ci sia una regola non scritta lo sa bene anche la giovane Chiara, 26 anni, figlia di un marinaio in pensione e che dà una mano nella segreteria del circolo. “So che il regolamento non lo vieta – dice – ma anche mio padre mi ha sempre spiegato che qui funziona così: è un circolo maschile per tradizione”. “Storicamente i circoli sono per soli uomini, ma il fatto che le donne li frequentino significa che si sta abbattendo un tabù e si sta facendo un passo in avanti” dice Vittoria Tizzano, socia sportiva che partecipa al progetto di canottaggio per la prevenzione oncologica femminile “Rowing for cure” promosso ed ospitato dal circolo Savoia.
“Questa distinzione tra uomini e donne al circolo c’è aggiunge – ma sta andando via col tempo. Qui mi sento comunque a mio agio, anche perché lo sport unisce”. La segreteria del circolo Savoia è tutta al femminile, ma la linea è quella sostenuta dagli uomini. ” Siamo d’accordo – dicono le due segretarie storiche che lavorano qui da molti anni – bene che ci siano solo soci uomini altrimenti si perderebbero il senso e la tradizione di questo circolo. Meglio che le donne restino così: un passo indietro”. Se si vuole restare indietro senz’altro. E chissà a questo punto cosa ne pensano mogli e figlie dei soci. “Possiamo organizzare un incontro al circolo con loro per parlarne” propone andando via il presidente Cattaneo. Senza uomini? ” Devono essere nostre ospiti. Non si può”.