“Mi scuserete sono un po’ emozionato…”. Alle 12.10 Gaetano Manfredi è proclamato primo cittadino di Napoli nella Sala Arengario del Palazzo di Giustizia dalla presidente del Tribunale, Elisabetta Garzo. Che gli formula gli auguri “per la grande sfida che lo attende”. Poco dopo, messaggi di buon lavoro anche dal presidente di Corte di Appello Giuseppe de Carolis, dal Pg Luigi Riello e dal procuratore aggiunto di Napoli Vincenzo Piscitelli, anche in rappresentanza del procuratore capo Gianni Melillo.
Napoli, Gaetano Manfredi sindaco: la proclamazione

“Sono consapevole dell’onere ma anche convinto che la città senta la necessità di una grande ripartenza”, le prime parole del sindaco. Che aggiunge: “Il mio pensiero va a tutta la comunità dei cittadini napoletani che sapranno dare il loro contributo a questa nuova ripartenza, e soprattutto ai più fragili e a chi soffre, per mancanza di lavoro e futuro”. Insieme, auspica, “saremo in grado di dare alla città la dimensione che le spetta per la sua storia e il suo ruolo nel Paese”.
Alle 15, è fissato l’ingresso a Palazzo San Giacomo, con scambio di saluti con l’uscente de Magistris.
Ma prima di lasciare il Palazzo di Giustizia, il sindaco non si sottrae ad alcune domande a margine: “Abbiamo una macchina comunale disastrata”, riconosce. Spiegando che per la nomina dei vertici apicali “bisognerà attendere l’insediamento del consiglio comunale, anche perché non è stato approvato il bilancio consolidato , quindi non potrò fare nomine subito e questo ci creerá dei problemi”. Quanto ai micro conflitti già in corso tra le varie forze di maggioranza per la scelta degli assessori, Manfredi getta acqua sul fuoco: “In settimana avremo la giunta, problemi non ce ne sono”.
Quanto al nome nome divisivo della docente Caterina Miraglia – già assessore di centrodestra con Caldoro e candidata (sconfitta) alle politiche con Fi – che entrerebbe in giunta perché mamma di Stanislao Lanzotti, consigliere uscente di Fi e uno dei patron della lista Azzurri, Manfredi mette le mani avanti: “Si tratta solo di nomi giornalistici, ad oggi”. Lo stesso Lanzotti è tuttora indagato per voto di scambio.
E sempre dalla lista Azzurri arriva l’altro problema: l’elezione, nella municipalità San Giovanni, di Vincenzo Sollazzo, esponente di destra che non disdegna simboli fascisti . Ma Manfredi ribadisce la sua linea di discrimine netta: “Non lo conosco. Ma se è così , è fuori dalla nostra maggioranza. Fuori dalla nostra squadra, al comune come alla municipalità, qualunque nostalgia o evocazione di questo genere. La nostra è una forza di governo antifascista. Se si è infiltrato un fascista non può stare con noi”.
Quanto alla squadra di governo, gli unici nomi certi , sottolinea Manfredi “restano quelli del professore e ingegnere Edoardo Cosenza e del prefetto Antonio De Iesu“.