
Salerno – Sarà anche vero che da un paio di giorni su Salerno splende “un bel sole e il clima è meraviglioso”, come ironicamente ha affermato lunedì scorso, nel giorno del blitz, il governatore Vincenzo De Luca. Ma il vento dell’indagine che ha portato in cella il ras delle cooperative sociali Fiorenzo Zoccola sta spingendo nuvole scure sul quel Comune, che è feudo e roccaforte più che trentennale del presidente della Regione. De Luca non è indagato, ma uno dei fedelissimi, il consigliere regionale Nino Savastano, è ai domiciliari; il “suo” sindaco-ombra, Vincenzo Napoli, è sotto inchiesta. Altri sono stati intercettati. E già oggi, nell’interrogatorio di garanzia di Zoccola, il giudice Gerardina Romaniello cercherà di capire se realmente – come ricostruisce la Procura guidata da Giuseppe Borrelli con l’aggiunto Luigi Cannavale – le istanze dell’imprenditore venivano portate da Savastano fino al ” vertice politico apicale” di Palazzo Santa Lucia.
“Nino Savastano gli parlerà”
È il 16 aprile 2020. Zoccola, dominus del cartello di coop capace di pilotare appalti per milioni di euro, viene intercettato con Giuseppe Polverino, il vigile urbano-autista di De Luca ( uno di quelli promossi per un periodo dal governatore a membro dello staff). L’imprenditore Zoccola ” si accerta dell’avvenuto incontro tra Savastano ( assessore comunale, ndr) e il governatore”. Siamo in lockdown. Polverino riferisce che De Luca ha visto Zoccola senza protezione e si è arrabbiato: “Ha detto: che fa senza mascherina? Ho detto: sta fumando, preside’.. Non deve fumare, ditegli che non deve fumare”. Zoccola prima si giustifica: ” La mascherina stava sotto al mento ” . Poi va al sodo: ” Ma è venuto Nino? ” . E Polverino: “Sì, ha detto che questa cosa delle buste gliela dice lui con calma. Io non ho accennato niente. Ha detto che glielo deve dire perché è una cosa fatta male proprio”.
Gli appunti per il presidente
Zoccola sembra avere contatti diretti con il governatore. Emergere dagli appunti trovati nelle perquisizioni. Due fogli erano intestati “Promemoria per il presidente”, un terzo ” Per il dottor Roberto De Luca”, secondogenito del governatore. Assistito dall’avvocato Michele Sarno, ( candidato sindaco alle ultime comunali con il centrodestra) Zoccola dovrà verosimilmente spiegare anche questo nel suo interrogatorio.
Il passato di Savastano Una ventina d’anni fa, Savastano era stato processato per concorso esterno in associazione camorristica e voto di scambio, sulle rivelazioni di alcuni pentiti. Il giudizio si era concluso con l’assoluzione dai reati più gravi per carenza di indizi. Motivo? I camorristi erano in realtà “compagni d’infanzia” del futuro consigliere regionale. Savastano era stato invece condannato per abuso d’ufficio (poi riabilitato) per aver assegnato, come assessore alle Politiche sociali, un alloggio con provvedimento “esorbitante dalle competenze funzionali” . La vicenda è citata dalla giudice Romaniello perché ritenuta “il precedente storico giudiziario ” del ” sistema ” delineato dall’inchiesta di oggi. In cui, comunque, non sono contestati rapporti con ambienti di camorra. Al centro c’è il ruolo di Savastano che si mette “a disposizione ” del ras delle coop. L’escamotage rilevato da Anac
Già l’Autorità anticorruzione aveva sottolineato ” plurimi profili di illegittimità nel rapporto tra le cooperative e l’amministrazione ” salernitana. Evidenziando un ” atteggiamento di favore che non sembra trovare ragione in un disegno di reinserimento sociale, non essendovi traccia alcuna di progettualità”. Ma piuttosto, chiosa il giudice, “convenienza elettorale e non solo ” . Inoltre, Anac sottolinea l’escamotage usato dal Comune: usa una dicitura, servizi per ” patrimonio cittadino ” e per ” patrimonio pubblico ” pur di frammentare i servizi sotto soglia. Il Covid, pretesto per le proroghe
Quando esplode l’emergenza Covid, il Comune proroga gli appalti affidati alle coop di Zoccola sulla base del dilagare del virus. Ma si tratta, per i giudici, di scelte viziate da ” macroscopica illegittimità” e “maturata in un contesto collusivo”.
Le minacce al testimone
Chi cercava di opporsi, restava isolato. Come il capogruppo in consiglio comunale di ” Davvero Verdi” Giuseppe Ventura, a febbraio 2020, aveva denunciato in aula le criticità in materia di manutenzione del verde e custodia dei parchi pubblici. E aveva rivelato anche di essere stato minacciato da uno sconosciuto un mese prima, circostanza poi confermata a verbale, dinanzi alla polizia.
Il “trojan” a Palazzo Guerra
Gli inquirenti sono entrati nel ” cerchio magico” deluchiano con il virus spia trojan: intercettando il braccio destro del sindaco Napoli, Felice Marotta, vicinissimo a De Luca. Marotta e Napoli sono indagati per turbativa d’asta ( legata al noleggio di un mezzo lavastrada). Ed è proprio Marotta, nel colloquio del 19 marzo 2020, a sostenere di aver riallacciato i rapporti con Zoccola su ” intercessione ” del governatore. Anche su questo, oggi, il ras delle coop dovrà fare chiarezza.