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Olimpiadi, Giuseppe Abbagnale: “Tokyo 2020, quanta fatica al Sud: troppo pochi i ragazzi che fanno sport. E il Circolo Stabia rischia di sparire””

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Giuseppe Abbagnale, quattro Olimpiadi da atleta e due da presidente federale del canottaggio. Quasi superfluo ricordarne la grandezza in barca con il fratello Carmine e Peppiniello Di Capua, meglio concentrarsi sul bilancio da dirigente: due bronzi a Rio 2016, un oro e altri due bronzi a Tokyo 2020.

Soddisfatto, presidente Abbagnale?

“Il bilancio è abbastanza positivo, ma c’è forte rammarico per alcune occasioni sprecate. Quest’anno non ci siamo fatti mancare niente, penso alla positività di Rosetti poche ore prima della finale del 4 senza. Poi all’invasione di corsia degli inglesi a duecento metri dall’arrivo, nella stessa gara. Il 2 senza ha mancato per pochissimo la finale, Di Mauro nel singolo ha centrato un bell’ottavo posto a 19 anni. Il vero rammarico è per il 4 di coppia: stava macinando palate per competere per qualcosa di importante quando un canottiere azzurro ha perso un remo. Però come canottaggio abbiamo portato in dote all’Italia una medaglia d’oro, due di bronzo e alcuni buoni piazzamenti con canottieri che potranno riprovarci a Parigi 2024. La prossima Olimpiade è vicina e tutti i nostri ragazzi hanno l’età giusta per riprovarci”.

Nel 2 senza s’è rivisto un Abbagnale su un campo di regata olimpico, suo figlio Vincenzo…

“Aveva perso l’Olimpiade di Rio per una sua superficialità, a Tokyo era una riserva ma è riuscito a fare il suo ingresso in una semifinale dopo la positività di Rosetti. Per lui avrei preferito un esordio non così improvvisato, è stato chiamato in piena notte ed è salito in barca senza poter fare nulla. Per fortuna il feeling in barca con Giovanni Abagnale era ottimale: sono due ragazzi cresciuti insieme al Circolo Nautico Stabia”.

Gli ultimi atleti di punta del circolo di Castellammare, quello del dottore Giuseppe La Mura, di Ciccio Esposito e della dinastia Abbagnale, che proprio nell’anno del centenario sta attraversando una gravissima crisi…

“Rischiamo di perdere un’eccellenza che ha dato medaglie olimpiche e mondiali all’Italia, eppure nessuno batte ciglio. Lo Stabia è un simbolo dello sport nel nostro Paese, dove lo sport è demandato al volontariato”.

Eppure l’Italia arriva da un record di medaglie olimpiche…

“Un miracolo, ma i miracoli vanno bene perché sono tali. Se vogliamo creare una struttura e una continuità ad altissimo livello c’è bisogno di affrontare i problemi storici”.

Quali?

“La pratica sportiva continua a non essere soddisfacente in termini numerici: qui, pochi ragazzi fanno sport. Manca lo sport nelle scuole, mancano gli impianti e una visione politica a tutti i livelli. Sono problemi che valgono per tutto il Paese, ma certo alcune regioni fanno più fatica”.

Oro a Seul 1988 nel due con: Giuseppe e Carmine Abbagnale con il timoniere Di Capua 

Quelle del Sud, ad esempio. E anche la Campania.

“Nel mondo lo sport è sempre di più un’eccellenza, i costi per restare al passo aumentano ma in Italia tagliamo fondi e risorse. Qualche anno fa la Campania aveva un peso diverso alle Olimpiadi tra canottieri, pallanuotisti, schermitori, pugili…Può darsi che sia un ciclo negativo, ma non analizzarne i motivi sarebbe un errore”.

“Mi verrebbe da dire quelle del canottaggio, ma sarebbe riduttivo. Dietro ogni medaglia ci sono fatica e sudore. Certo, alcune sulla scena mediatica sono state maggiormente evidenziate, ma le medaglie della marcia o della vela, del tiro con l’arco o del judo non sono da meno. Spero che da domani non si dimentichi tutto”.

“Secondo me non meritava la sconfitta. Si è battuta benissimo, ha portato una medaglia a casa in un contesto difficile, aprendo nuovi spiragli nella boxe femminile”.

Che esperienza è stata Tokyo 2020 per lei?

“Ho visto molte altre discipline. Il canottaggio gareggiava nella prima parte di giornata, per fortuna avevamo la possibilità di assistere agli altri sport perché fuori dal Villaggio non si poteva uscire.

Pallavolo, basket, tennis, surf… ho avuto modo di fare incontri ed esperienze. È stata un’edizione complicata, diversa dalle altre, va dato merito ai giapponesi per averla saputo organizzare al meglio.

Sarebbe stata meravigliosa con il pubblico in quegli impianti sportivi bellissimi…”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/08/10/news/olimpiadi_giuseppe_abbagnale_tokyo_2020_quanta_fatica_al_sud_sono_ancora_troppo_pochi_i_ragazzi_che_fanno_sport_-313548660/?rss

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