
«Non mi iscrivo neanche. Diciamo che sarò il primo tifoso di questo partito. Ma non è il partito di Pomicino, siamo contro i partiti personali». L’ex ministro della Dc, Paolo Cirino Pomicino, partecipa defilato alla presentazione all’Hotel Vesuvio di “Popolari, riformisti e liberali”, nuova formazione politica che riunisce ex Fi, Udc, Dc e nasce dall’esperimento a Napoli della lista Azzurri in coalizione con Gaetano Manfredi. Tra i promotori l’ex forzista Stanislao Lanzotti, Erminia Mazzoni, Giuseppe Gargani, con una pattuglia di consiglieri neo eletti a Napoli, Salerno e Benevento.
Puntate alle Politiche?
«Non mettiamo traguardi. Per ora si costituisce un soggetto politico a livello regionale dove riteniamo ci sia lo spazio per un partito del buon senso, lontano dalle ideologie e dagli estremismi. In politica sugli obiettivi siamo tutti d’accordo, ma la differenza la fanno gli strumenti per raggiungerli».
In Regione sarete alleati di De
Luca?
«Ecco, De Luca è un altro partito nel partito. Non lo dico contro di lui, ma ormai nel crollo generale dei partiti in Italia, emergono famiglie, notabilati anche illuminati…».
De Luca è un notabile?
«Si, rispetto al quale però non c’è una alternativa. La colpa non è sua, è il resto che non c’è».
Cosa pensa delle politiche della Regione?
«Le critiche ci possono essere, ma ormai devono trasformarsi in ragionamenti. Sto facendo un think thank con Eugenio Mazzarella, Umberto Ranieri, e altri che vorranno, proprio per proporre soluzioni».
Come vede l’inizio al Comune di Manfredi?
«Senza soldi non si cantano messe, abbiamo fatto una proposta: una società che valorizzi il patrimonio, riscuota i crediti, paghi i debiti, e in cui potrebbe entrare una azienda di Stato come Cassa depositi e prestiti.
Non è una operazione a perdere. Se abbiamo messo 10 miliardi per salvare una banca come il Monte dei Paschi, la capitale del Sud può valere 2 miliardi?».
Intanto ritorna il grande Centro…
«Sono vent’anni che si stanno organizzando, purtroppo sempre con un difetto di fondo: partiti che non hanno un riferimento culturale.
Azione cosa è? Italia Viva?
Attenzione: la federazione dei nani non fa un gigante. Nani sono e nani restano»
Qui c’è un ritorno dei vecchi Dc.
Alfredo Vito con Maresca alle Comunali, lei con Azzurri. Ma perché vi ritrovate su fronti opposti?
«Anche nella Dc ci dividevamo con le correnti, ma stavamo nello stesso partito. Il sistema maggioritario, nato per spaccare la Dc, impone che tu faccia una coalizione prima delle elezioni. Ma poi dopo il voto ognuno va per i fatti suoi».
Ha visto la grande coalizione di Manfredi?
«Le elezioni di presidenti di Regione e sindaci sono vergognose. 33 liste significa che non c’è la politica. E poi non sono liste civiche ma sono piccoli notabili di quartiere che piazzano cugini, fratelli, amici per mettere insieme un po’ di voti».
Che farà da grande Pomicino?
«Deve cercare di vivere, e non è una cosa facile…».