“Il sistema regionale di protezione civile ritiene accogliente e meno dispendioso allestire una tendopoli o campo che dir si voglia (10 tende da 6 posti ciascuna) nel piazzale del Centro Cecilia in cui dare la prima assistenza ai profughi ucraini ed effettuare il disbrigo di pratiche amministrative. Non crediamo sia la migliore scelta, ad ogni modo e come sempre abbiamo fatto, proveremo a dare il nostro contributo e ad essere vicini al popolo ucraino anche questa volta”. A dirlo è Graziano Scavone, sindaco di Tito, comune alle porte di Potenza.

Il centro di coordinamento dei soccorsi, riunito in prefettura, ha deciso per un hub temporaneo nella periferia del paese, il piazzale del Centro per la creatività Cecilia appunto, per il riconoscimento e la profilassi sanitaria (tamponi e vaccini) di circa 60 profughi ucraini al giorno nelle prime 72 ore dal loro arrivo.
Scavone, come tanti sindaci del territorio provinciale – al momento 33 secondo i dati della prefettura di Potenza- si è reso disponibile all’accoglienza fornendo indicazioni circa le strutture a disposizione e le famiglie che hanno voluto aprire le porte di casa per chi scappa dalla guerra. “Nella riunione convocata dalla Regione Basilicata per discutere della realizzazione di un hub regionale per l’accoglienza temporanea dei rifugiati provenienti dall’Ucraina, prima ancora di sottolineare alcune questioni amministrative – spiega Scavone – abbiamo confermato la nostra disponibilità a fare ciò che possiamo per accogliere dignitosamente gli anziani, le donne e i bambini che scappano dalla guerra in Ucraina. Abbiamo suggerito, rendendoci disponibili ad individuarle, di utilizzare le tante strutture alberghiere presenti tra Tito e Potenza (solo a Tito disponiamo di circa 300 posti letto) in cui ospitare per 48-72 ore soggetti fragili e stremati da un lungo e sofferente viaggio consentendo le operazioni di identificazione e di prima assistenza sanitaria per poi essere trasferiti nei diversi centri di accoglienza distribuiti sul territorio lucano”.

Il coordinamento dei soccorsi sembra invece protendere per una soluzione diversa, rispetto alla quale Scavone non nasconde le sue perplessità. “Accogliamo profughi sul nostro territorio dal 2015 – dice il sindaco – quando qualcuno costruiva fortune elettorali col motto: rispediamoli a casa loro. Abbiamo promosso modelli di accoglienza integrata e la comunità ha sempre risposto con grande solidarietà e umanità mostrandosi per quello che è: una grande comunità aperta, accogliente e che si misura da anni e positivamente con l’integrazione culturale e sociale. Lo dimostrerà anche questa volta con gli amici dell’Ucraina, d’altronde con loro abbiamo già negli anni ’90 costruito solidi rapporti di amicizia ospitando in tante famiglie, che anche oggi hanno voluto rinnovare quella disponibilità, i bambini della città di Ivankiv subito dopo il disastro di Chernobyl”.
Intanto la macchina organizzativa regionale dell’accoglienza si sta misurando con i primi arrivi su tutto il territorio grazie a una rete spontanea di organizzazioni non governative, associazioni, Comuni, privati e la comunità ucraina presente in Basilicata: circa 700 persone, per la maggior parte donne.
Dalle prime rilevazioni dell’ufficio Immigrazione della Questura di Potenza sono 82 i cittadini ucraini già arrivati nel potentino e presenti in 13 comuni della provincia, di cui 26 uomini e 56 donne. I minori sono 44 e sono al seguito dei nuclei familiari. “Per loro – ha spiegato il prefetto, Michele Campanaro – sono state avviate le misure necessarie a garantire una piena accoglienza, a cominciare dall’avvio dell’iter procedurale per il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo da parte della Questura e dalle profilassi sanitarie assicurate dall’Asp”. Sul sito della prefettura è stata anche pubblicata una brochure informativa in tre lingue (italiano, inglese, ucraino) realizzata dal ministero dell’Interno e dal dipartimento della Protezione civile. Quanto agli alloggi, il prefetto ha comunicato che saranno sottoscritti agli inizi della prossima settimana i primi quattro protocolli d’intesa con altrettante associazioni di volontariato che si sono rese disponibili a fornire ai profughi i servizi di accoglienza (vitto e alloggio, mediazione linguistico culturale, informazione sulla normativa inerente l’immigrazione e l’ inserimento lavorativo, supporto nell’accesso ai servizi sociali e sanitari e nelle procedure di iscrizione anagrafica e di inserimento scolastico), per un numero complessivo di 60 posti.
Il sindaco di Potenza, Mario Guarente, ha dato la disponibilità nel capoluogo per 300 posti.