Giù il velo dalla chiesa della Trinità. Dallo storico edificio di Potenza sono state appena smontate le impalcature necessarie ai lavori di ristrutturazione e consolidamento partiti a marzo di quest’anno. La chiesa è chiusa da undici anni: da quando, cioè, il 17 marzo 2010, nel suo sottotetto venne trovato il corpo di Elisa Claps, la sedicenne potentina scomparsa il 12 settembre del 1993 e per il cui omicidio è stato condannato in via definitiva a trent’anni di reclusione Danilo Restivo.
“La chiesa sarà riconsegnata alla città entro la prossima estate”, ha fatto sapere Maurizio Tolve, direttore dei lavori, durante un suo intervento all’ultima seduta della terza commissione consiliare permanente del Comune di Potenza. “In questi giorni si è proceduto alla rimozione delle impalcature che circondavano la struttura – ha spiegato Rocco Barnabei, presidente della commissione – si proseguirà nell’immediato con la realizzazione di una recinzione che consenta le ulteriori operazioni di ristrutturazione, che riguarderanno l’interno della chiesa. Si opererà prevalentemente in fondazione, così da mettere in sicurezza l’intero edificio, anche per quanto attiene alla normativa antisismica. Ci è stato illustrato inoltre come si intende procedere nella edificazione della canonica, essendo stata abbattuta per motivi di precaria staticità quella preesistente”.

Rassicurazioni sono giunte anche riguardo agli interventi di recupero dei dipinti di Mario Prayer, di alcune statue – tra cui il crocifisso ligneo settecentesco – e di altre opere di valore, che saranno ricollocate all’interno dell’aula liturgica. “Si tratta – ha concluso Bernabei – di un lavoro articolato che si sta eseguendo con grande professionalità e cura”.

Sulla restituzione al culto della chiesa, comunicata dal vescovo di Potenza Salvatore Ligorio, si è espressa più volte la famiglia Claps, dicendosi contraria non alla riapertura dell’edificio, di valenza storica e culturale per la città, quanto al ripristino della sua funzione religiosa. Filomena Iemma, mamma di Elisa, in occasione del presidio di Libera per la ricorrenza della scomparsa della ragazza lo scorso 12 settembre, aveva ribadito le sue ragioni: “Elisa per 17 anni ha assistito dall’alto mentre si celebravano cresime, comunioni, battesimi, matrimoni – aveva detto pubblicamente mamma Filomena -. Basta, di sacramenti ne hanno celebrati fin troppi. Devono fare un atto di umiltà. Io non chiedo molto, voglio solo sapere chi ha deciso il ritrovamento di Elisa il 17 marzo di undici anni fa”.