
Era un deposito giudiziario per le auto, poi di fatto è diventato un cimitero di veicoli abbandonati: ma tra due anni potrebbe ospitare il secondo impianto di compostaggio in città per i rifiuti. È in via del Riposo, di fronte al cimitero di Poggioreale, l’area scelta dove realizzare un sito per il trattamento della frazione organica dopo il primo già approvato in via De Roberto, a Ponticelli.
Cambio di programma rispetto a una iniziale destinazione del secondo biodigestore a Scampia. Il Comune vira verso la zona nord-ovest, nella Quarta Municipalità, a Poggioreale. Dopo il primo impianto già finanziato con fondi regionali a Ponticelli, ecco il progetto del secondo sito di compostaggio per il quale si spera di attingere ai finanziamenti del Pnrr. Ci sono in palio 1,5 miliardi a disposizione del ministero della Transizione ecologica per gli impianti di trattamento dei rifiuti in tutta Italia. C’è tempo fino al 14 febbraio per partecipare al bando. Il Comune ha affidato ad Asìa, azienda dei rifiuti di Palazzo San Giacomo, il compito di presentare i progetti. Tra le undici richieste di Napoli sul Pnrr spicca ” il sito di compostaggio con digestione anaerobica e produzione di biogas da 35 mila tonnellate”.
Valore: 30 milioni di euro. Nelle carte è indicata come location l'”area nord- ovest”. E filtra dal Comune che si tratta di Poggioreale, in via del Riposo. Con i due impianti a regime Napoli dovrebbe coprire quasi 70 mila tonnellate, una cifra molto vicina alle 80 mila tonnellate di frazione organica derivanti allo stato dalla raccolta differenziata. È quella parte dei rifiuti che, in assenza di impianti di trattamento in città, viene spedita al momento fuori regione. “Ci costa 8 milioni l’anno”, spiegò di recente l’assessore all’Ambiente Paolo Mancuso in consiglio comunale. Con l’incremento della raccolta differenziata, ferma poco sopra il 37 per cento, la frazione organica dovrebbe arrivare in prospettiva a 100 mila tonnellate. Per cui si era ipotizzato di costruire in futuro anche un terzo impianto di compostaggio. Si vedrà.
Per ora tra i progetti sul Pnrr, undici in totale per un valore di 52 milioni di euro, c’è anche ” l’adeguamento e l’ampliamento” di altri tre impianti: due centri di raccolta in via Ponte della Maddalena e via Mastellone per lo sviluppo della raccolta differenziata. E la realizzazione di un impianto di selezione della carta nell’ex Icm, nell’area orientale, già utilizzato da Asìa. Ancora: nell’area nord, verso Scampia, è previsto un impianto di selezione del multimateriale.
Sempre per la frazione organica è inserito l’acquisto di “compostiere di comunità”: in totale sono 10, da 100- 120 tonnellate, da destinare a ” strutture ed enti pubblici”. Completano il quadro dei progetti del Pnrr la realizzazione di ” un’area di trasbordo a servizio del porta a porta a Soccavo-Pianura”.
E l’acquisto di “contenitori della raccolta con elettronica di gestione”.
Si tratta dei cosiddetti “contenitori intelligenti” che possono offrire una alternativa al sistema di raccolta differenziata porta a porta. Già, perché l’organizzazione del porta a porta è costosa: pesa sui conti di Asìa e assorbe molti dipendenti, in un’azienda che sconta una carenza di 400 unità su meno di 2 mila dipendenti. Allo stato il porta a porta copre poco meno del 50 per cento del territorio. Si va dal quartiere Vomero coperto al 100 per cento dal porta a porta a Chiaia-Posillipo dove è diffuso per il 70 per cento. Ma ci sono Municipalità con percentuali ancora basse di porta a porta: il 30 per cento di copertura a Bagnoli – Fuorigrotta e un risicato 25 per cento nella zona orientale. E il paradosso vuole che proprio a Ponticelli il Comune voglia impiantare il primo biodigestore, da appaltare entro fine 2022. Per questo la volontà dell’amministrazione è estendere il porta a porta, come già previsto nei programmi di Asìa, a partire proprio dal quartiere Ponticelli.