E’ stata la “Divina creatura” del cinema italiano. Per Luchino Visconti era addirittura la “donna più bella dell’universo”. Ridurla a a icona della “Commedia sexy” anni Settanta è riduttivo e avvilente. Ecco perché l’Institut Francais nel palazzo Grenoble a via Crispi, da lunedì 31 dedica una speciale retrospettiva a Laura Antonelli, indimenticata attrice con gli occhi mesti. In particolare, la rassegna, che ha per titolo “Senza Malizia” (dal nome di uno dei suoi film più famosi), omaggia il sodalizio artistico e sentimentale che la diva ebbe con Jean-Paul Belmondo.
Alle 19.30, in sala Dumas, sarà proiettato “Appunti per un documentario su Laura Antonelli”, di Bernard Bédarida e Nello Correale che, con Donatella Schurzel e Diego Lazzarich, racconteranno al pubblico alcuni aspetti noti e meno noti dell’attrice. Fu una donna (scomparsa nel 2015) che, prima del grande successo nella settima arte, visse “un’infanzia disperata ed infelice”, come lei stessa ricordava. Nata a Pola, in Istria, nel 1941, dopo l’annessione alla Jugoslavia di Tito, fu travolta dall’esodo. Visse l’esperienza dei campi profughi, tra Venezia, Brescia, anche Napoli, nelle Scuderie di Capodimonte che accolsero tanti sfollati. Alla proiezione seguirà “Gli Sposi dell’Anno II”, interpretato con Belmondo nel 1971. Gli altri spettacoli, sempre alle 19.30, sono “Trappola per un lupo” (lunedì 7), “Pierrot Le Fou” (il 14) e Malizia (il 21), presentato in versione hd restaurata.

Sempre lunedì, il film sarà preceduto dall’inaugurazione di una mostra fotografica con trenta scatti inediti dai set e dalla sua vita privata, realizzati da Marco Gorou e Fiorenzo Niccoli. L’allestimento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd), nella sua sezione nazionale e provinciale di Roma. Accanto alle foto, un’ulteriore raccolta di istantanee, ritratti e momenti di vita quotidiana dell’attrice, custodite negli anni da Gilberto Provenghi, suo fedele truccatore e amico di una vita.