
Con i suoi 115 alberghi solo a Sorrento e Sant’Agnello, i circa 2 mila tra B&B, Casa Vacanze, fittacamere, 220 tra ristoranti, bar e pizzerie, e i 12 mila addetti alla filiera del comparto, Sorrento rappresenta per la Regione Campania (assieme a Capri, Ischia e Costiera amalfitana) un segmento importante del suo Pil che porta alle casse (dato riferito al 2019) circa 520 milioni di euro di cui il 95 per cento deriva dal sistema turismo della città.
Questo prima della pandemia. Ora per discutere di come uscire dallo stallo, di quale veste dare all’offerta turistica, il sindaco Massimo Coppola ha indetto, presso la Sala Comunale, per martedì 2 marzo gli “Stati Generali del Turismo”. Esperti dei vari settori giungeranno a Sorrento per una tavola rotonda, che si potrà seguire in streaming dalla pagina del comune o da quella personale del primo cittadino. Ma nella negatività della situazione attuale, dove ci sono figure professionali che non lavorano e non hanno reddito già da novembre 2019, c’è chi, come Costanzo Iaccarino, vice presidente nazionale e presidente regionale della Federalberghi, una sua idea già ce l’ha ”Da gennaio abbiamo chiesto di vaccinare, subito, tutte le persone che lavorano nella filiera del turismo, dobbiamo posizionare Sorrento in una fascia diversa da quella attuale, meno numeri, più qualità.
Più offerte culturali di spessore, collegamenti marittimi maggiori, migliorare quelli su rotaia e approfondire la qualità del servizio sanitario”. Il parere di tutti è che Sorrento può vantare un’offerta enogastronomica di alta qualità, con i suoi ristoranti stellati (tre dal 2021) ma anche negli altri segmenti. Molti imprenditori della città attendono con interesse gli Stati Generali del Turismo, ma vorrebbero anche loro riunirsi pubblicamente per discutere come riformulare l’offerta turistica, approfittando in positivo di questo stallo, per capire cosa modificare per essere vivibili e competitivi nello scenario mondiale, dando più attenzione all’ ambiente e alla qualità della vita sia degli ospiti ma anche di chi ci abita. “Di sicuro dobbiamo mantenere ben salda l’autenticità del territorio che dal Grand Tour ha incantato i suoi visitatori” ha suggerito Peppe Aversa, chef stellato de Il Buco di Sorrento.