
Alla vigilia del processo a 108 tra agenti, funzionari e dirigenti del Dap per le violenze dell’aprile 2020, la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere torna ancora alla ribalta per un focolaio Covid 19 e nuove aggressioni, questa volta di detenuti nei confronti dei poliziotti penitenziari. Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, in una nota, racconta che ci sono “61 detenuti positivi in una struttura che contiene circa 1000 reclusi”.
“Nella serata di ieri dobbiamo registrare un evento critico violento verificatosi nel reparto Tevere – spiega – Il tampone positivo a un detenuto in partenza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I detenuti stranieri del terzo piano hanno inscenato una sommossa, devastando la corsia della Sezione detentiva e aggredendo con violenza due agenti”.
Il comandante del Reparto è stato costretto a ritirare il personale dalla sezione e chiudere il cancello di sbarramento “per garantire la sicurezza dell’intera struttura e l’incolumità del poco personale in servizio che comunque ancora una volta ha saputo gestire egregiamente e con elevata professionalità l’evento – aggiunge Fattorello – i colleghi feriti hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale civile. A loro va la solidarietà del Sappe Campania, con l’augurio che tornino presto in servizio”.
Il segretario generale, Donato Capece ricorda che da mesi il sindacato denuncia “le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo contesto, del ruolo dei Baschi Azzurri”.