Tom Campbell, l’ex direttore del Metropolitan Museum of Art di New York , attualmente direttore di tutti i musei di San Francisco, è un grande specialista degli arazzi. Non gli è sfuggita così la straordinaria serie conservata a Capodimonte, nella sala da poco riallestita da Sylvain Bellenger. Campbell è stato a Napoli in queste ore e non ha nascosto il suo entusiasmo, affidato a un lungo post su Instagram.
“Questa è la “Battaglia di Pavia”, un set di arazzi in sette pezzi commissionato intorno al 1527 dalla città di Bruxelles in dono all’imperatore Carlo V per commemorare la battaglia del 1525 in cui le mire espansionistiche di re Francesco I di Francia furono definitivamente sconfitte – ha scritto il direttore Campbell – Francesco fu catturato e portato a Madrid come prigioniero per un anno” cambiando così il corso della storia europea.
“Gli arazzi furono disegnati da Bernaert van Orley – aggiunge Campbell – il principale artista di Bruxelles dell’epoca”: lo studioso parla di “disegni rivoluzionari”, dello “sforzo più ambizioso per la rappresentazione di eventi reali, ritratti da figure a grandezza naturale, inseriti nell’ambiente in cui si svolgevano gli eventi”. Per Campbell siamo di fronte a una innovazione assoluta nella storia dell’arte. “Niente di simile nell’affresco o nella pittura” aggiunge. Il direttore dei musei di San Francisco vede anzi negli arazzi di Capodimonte la stessa forza narrativa dell’industria cinematografica contemporanea.
La particolarità delle scene degli arazzi conservati a Napoli ha colpito Campell che li considera come “un’opera d’arte che ha segnato un’epoca” e vede nel loro schema figurativo un cambiamento epocale, al pari di quello rappresentato per noi “dall’invenzione dei cinema sonoro o, più tardi, del colore” con “scene di azione degne di Scorsese o Coppola”.

Per l’ex direttore del Met di New York “questa opera d’arte che ha segnato un’epoca è in gran parte sconosciuta perché l’arazzo è considerato un’arte decorativa e gli arazzi risiedono in una città turisticamente “impopolare” come Napoli. Sylvain Bellenger, il direttore del Museo di Capodimonte è pronto a cambiare questa situazione. Con uno staff ridotto, sta realizzando miracoli, reinstallando, ripensando, riaccendendo le sale. E raccogliendo fondi in stile americano”.
Un’ultima considerazione sull’illuminazione “pessima per questi arazzi”, una circostanza alla quale il museo sta lavorando, con la progettazione di un nuovo sistema di luci e fari che valorizzi pienamente i sette manufatti.
Campbell chiude il suo post con uno spot per Napoli e la Campania: “Se stai programmando una visita in Italia, vai a Napoli. Se ci vai, vai al Museo di Capodimonte. E al Museo archeologico. E, naturalmente, a Pompei. Sono visite di una vita…”.