I fuorisede sono tornati. Perché con le lezioni universitarie in presenza è tempo di ripartire. O provarci, quanto meno. Con il Green Pass e sperando che sia la volta buona. E definitiva. Un lungo lockdown ha interessato le attività in presenza nelle università italiane. Svuotando i centri storici. Impoverendoli. Interi settori economici in ginocchio, dalla ristorazione alle librerie, dalle copisterie ai bar. E, non ultimo, il mercato immobiliare. Il segmento delle locazioni agli studenti è stato tra i più colpiti dalla pandemia: la chiusura degli atenei, e la diffusione pervasiva delle lezioni online, ha portato in tanti a risolvere i contratti di affitto. E ora cosa sta accadendo, ora, a Napoli? Il via-vai, a Mezzocannone, uno dei crocevia della vita accademica in città, sembra ricominciato. In vista, lezioni in presenza e un graduale ritorno alla normalità.
Un boom di richieste anche sui social
“Negli ultimi giorni abbiamo registrato un boom nella domanda di alloggi nelle aree circostanti la Facoltà di Ingegneria, a Piazzale Tecchio, e il polo di Monte Sant’Angelo”, spiega Chiara Cosenza, fondatrice del gruppo Facebook “Fuorisede Napoli Fuorigrotta”, che conta più di ottomila iscritti. Una piazza virtuale vivacissima, prima del Covid, dove scambiarsi informazioni e appuntamenti, ma soprattutto condividere offerte di posti letto o camere singole. “Ora il traffico social è tornato consistente – spiega Chiara – e accade anche un fenomeno in parte nuovo: ai fuorisede vengono proposti, oserei dire finalmente, anche case belle e ristrutturate, in parte soluzioni destinate ad uso bed and breakfast ma rimaste vuote, nei mesi scorsi, a causa delle incertezze legate alla pandemia”. Proprio così: investimenti fatti nel momento sbaglio, per monetizzare si punta al primo tassello del post-Covid, la ripresa delle attività accademiche.

I numeri, prima di tutto. Rispetto al 2020, le soluzioni in locazione annuale registrano una ripresa del 60%. “Lo scorso anno era del resto tutto fermo”, spiega Fabio Milo, che per Tecnocasa è consulente d’area nelle zone più “calde” di Napoli. “Siamo naturalmente lontani dai numeri del 2019, ma la ripresa c’è e si vede, complice l’avanzamento della campagna vaccinale e la ripresa delle attività delle università”.

In realtà già a partire da giugno le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete avevano registrato un incremento di richieste, pur restando ancora distanti dai livelli degli anni scorsi. Nel secondo trimestre del 2021 la percentuale di chi ha cercato casa in affitto per motivi di studio è stata del 4,7%, in aumento rispetto al 2,7% registrato nello stesso periodo dell’anno scorso. Ora la percentuale ha registrato un sostanzioso incremento. Un trend confermato da SoloAffitti, il gruppo immobiliare specializzato nella gestione e tutela della rendita immobiliare con oltre 300 punti in Italia. “L’introduzione dell’obbligo di certificazione verde Covid-19 ha dato un’accelerazione alla ripresa del mercato degli affitti per studenti”, conferma la Pr e Bran Manager Isabella Tulipano, Pr e Brand Manager.
Fittare costa meno. E le case sono più belle
E i prezzi? Qui la notizia è più che positiva, per gli studenti. “Assistiamo a un calo significativo, fino al 20%, degli importi dei fitti, direi in tutte le zone scelte dagli studenti universitari. – aggiunge Milo – L’incontro tra domanda e offerta, in queste settimane, è particolarmente semplice. E confermo: si sta diffondendo la tendenza di fittare per periodi lunghi, fino a nove mesi, appartamenti destinati inizialmente per brevi locazioni turistiche”.
A fotografare una significativa inversione di tendenza nei prezzi è anche una recentissima analisi sulle principali città universitarie di Immobiliare Insights, business unit di Immobiliare.it specializzata in studi di mercato. “La pandemia ha avuto effetti profondamente diversi tra l’acquisto dell’immobile e la sua locazione – spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it – Sul comparto delle compravendite si è registrato un nuovo interesse verso l’abitazione, tornata ad essere considerata come un bene rifugio, e questo ha sostenuto il numero delle transazioni e la stabilità dei prezzi. Il mercato delle locazioni, invece, ha subito immediatamente un pesante impatto soprattutto nelle grandi città, svuotatesi in poche settimane di studenti e lavoratori. I proprietari che avevano investito in immobili nell’ottica di avere un reddito integrativo si sono trovati ad avere appartamenti vuoti per più di un anno. Questo ha portato all’aumento dell’offerta e al ribasso dei prezzi. Va detto che però, dall’altro lato, stiamo assistendo a un ridimensionamento dei canoni di locazione che erano diventati quasi inaccessibili in alcune città, dove i fuorisede si contendevano la scarsa offerta di stanze”.

Proprio così. Negli anni scorsi, a Napoli, accaparrarsi una camera o un monolocale a condizioni accettabili era diventato una chimera. E oggi, secondo Immobiliare.it, Napoli è la città record per quanto riguarda la ricerca di stanze: una crescita del 629% su base annuale. Seguono Torino (166%), Firenze (152,2%) e Catania (123,7%).
Il post-Covid? Più spazi e meno condivisione
C’è però una trasformazione ancor più epocale, che è certamente figlia del lungo periodo pandemico che stiamo attraversando e che si traduce nel nuovo modo di concepire gli spazi, in particolare quelli al chiuso, per continuare a tenere alta l’attenzione ai potenziali contagi. Perché gli studenti fuorisede, oggi, cercano soluzioni in fitto in grado di ridimensionare il rischio della convivenza. Sarà un addio all’appartamento universitario condiviso, crocevia di incontri e promiscuità, location di sessioni di studio aperte e potenziale appoggio per amici e fidanzati? Può darsi, anche se è presto per dirlo. “Quel che possiamo affermare con certezza – spiega Milo – è che il nuovo orientamento predilige la richiesta di camere singole quando non addirittura di bilocali e che anche laddove si individuino soluzioni di condivisione con altre persone, e non nello specifico il proprio partner, si accetta la condizione solo in caso di conoscenza diretta del coinquilino”. Bisogna potersi fidare, insomma, oggi più che mai. Compariranno, negli annunci in bacheca, anche nuove condizioni figli di questi tempi complessi: “Fittasi camera singola, esclusi No-Vax“.
La crescita della domanda di camere singole avrebbe, secondo SoloAffitti, determinato una stabilità dei prezzi per questa categoria, rispetto al passato, mentre i prezzi delle camere doppie, anche perché sempre meno richieste, registrerebbero un calo del 4%, meno consistente – in questo caso – rispetto ai dati Tecnocasa. Quanto alle caratteristiche dell’immobile, sono sempre più richiesti – secondo SoloAffitti – comfort quali un impianto di aria condizionata (9%), lavastoviglie e lavatrici (17%), un arredamento moderno e soprattutto una veloce connessione Wi-Fi (entrambi al 35%). Le esigenze principali dei ragazzi che si spostano per studio si confermano tuttavia la vicinanza all’università (67%), ai mezzi pubblici (59%) e la disponibilità di una stanza singola (65%).

“Per la zona di Fuorigrotta – spiega Chiara – si paga da 170 a 220 euro per un posto letto in camera doppia, e tra i 250 e i 350 euro per una camera singola. Per il resto della città dove insistono le altre sedi universitarie, dal centro storico alla zona Policlinico/Vomero, i prezzi sono maggiori. Basta calcolare 50 euro in più a posto letto e 100 circa per la singola”. Il peggio è dunque alle spalle. E la pandemia sembra aver favorito anche un avvicinamento epocale tra locatari e affittuari, sancito dall’efficacia di alcune exit-strategy nei mesi scorsi. Senza lezioni in presenza e con la regione che ha attraversato momenti particolarmente complicati, i fuorisede sono tornati a casa. Il più delle volte raggiungendo accordi amichevoli per scongiurare il pagamento di canoni di locazione a fronte dell’inutilizzo degli appartamenti.
Secondo Tecnocasa, a Napoli il canone medio di un monolocale è di 410 euro mensili, che diventano 580 per un bilocale e 740 al mese per un trilocale. Tra le grandi città Napoli è una di quelle in cui è alta la percentuale di contratti a canone libero (60,8%). A stipulare contratti di affitto sono prevalentemente coloro che hanno fatto una scelta abitativa (86,3%). La tipologia più affittata è il bilocale (38,2%), a seguire il trilocale con 29,0%.
Addio alle catapecchie?
Ora, dunque, tutto riparte. O quasi. Potrebbe essere anche un Anno Zero, in una città in cui agli studenti sono spesso state destinate soluzioni in fitto decisamente poco decorose, per usare un eufemismo. “Ed è quel che ci auguriamo – spiega la fondatrice del gruppo Facebook “Fuorisede Napoli Fuorigrotta” – anche se purtroppo vediamo ancora proposte case con impianti elettrici e idraulici obsoleti, mobili vecchi e pareti non tinteggiate da tanti anni. Quel che abbiamo notato già prima della pandemia e che sarà senz’altro ancor più marcato ora è la tendenza a registrare i contratti, circostanza assai rara fino a 15-20 anni fa. Serve agli studenti fuorisede, per sgravi fiscali o partecipare ai bandi per le borse di studio regionali, ed è in fondo anche una garanzia per gli affittuari. Oggi i posti nelle residenze universitarie coprono solo una piccola parte delle richieste di posti letto in tutta la città di Napoli”.