Sono già circa 3600 i lavoratori della scuola che hanno aderito alla campagna per le vaccinazioni anti-Covid-19. I nominativi vengono iscritti sulla piattaforma regionale dai dirigenti. A docenti e personale Ata è riservato il siero prodotto da AstraZeneca, consigliato al momento per gli under 55, mentre per gli ultraottantenni viene utilizzato il vaccino di Pfizer o Moderna.
Ma sulla macchina organizzativa rischiano di pesare le difficoltà nelle forniture. Per questo, come confermato dal governatore Vincenzo De Luca, anche la Campania sta valutando la possibilità di acquistare in proprio i vaccini, rompendo il sistema attualmente in vigore che accentra tutto sul commissariato retto da Domenico Arcuri, sfruttando lo spiraglio normativo che consente a Stati e Regioni si stipulare contratti con società che non abbiano concluso accordi di “acquisto anticipato” con l’Unione europea. Si guarda soprattutto al russo Sputnik. Secondo gli ultimi studi è efficace al 90 per cento ma non ha ancora ottenuto l’autorizzazione dell’Aifa. Il tema resta delicato: il commissariato potrebbe decidere di tagliare le forniture in caso di approvvigionamenti in proprio, dunque solo nei prossimi giorni il quadro sarà più chiaro.
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Non a caso Palazzo Santa Lucia continua a battere sul tasto delle misure di contenimento. Ieri sera nelle strade della movida napoletana hanno fatto la loro apparizione le transenne volute dal prefetto Marco Valentini per disciplinare il flusso di visita. Nel pomeriggio, il governatore De Luca ha firmato l’ordinanza che vieta per tutta la giornata del Martedì Grasso, 16 febbraio, non solo “feste e ogni altra forma di aggregazione”, ma anche “cortei e altre manifestazioni connesse al Carnevale”.
I sindaci sono invitati a “inibire l’accesso alle piazze e ai luoghi tradizionalmente destinati a iniziative” in occasione del Carnevale, mentre ai cittadini viene chiesto di “rimanere a casa il più possibile” e di evitare “tutte le occasioni di contatti con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie”. L’Unità di crisi intravede “il gravissimo rischio di ulteriore peggioramento della situazione sanitaria”.
Nel giro di una settimana, i “focolai attivi” sono passati da 1073 a 1914. E nell’ordinanza si cita una proiezionedell’Istituto superiore di Sanità che fa prevedere per la Campania “una probabilità al 75 per cento dell’occupazione di tutti i posti letto di area medica attualmente disponibili” nel giro di un mese, entro il 12 marzo prossimo.
Ieri i pazienti ricoverati in terapia intensiva erano 104, due in meno del giorno precedente, 1356 quelli in degenza ordinaria. I nuovi positivi al Covid erano 1751 (97 dei quali con sintomi) a fronte di oltre 20mila tamponi. Il totale delle persone contagiate censite in Campania è di 241mila, uno su cinque delle quali, 43800, risiede a Napoli, nell’area metropolitana sono 101mila. Ma dal bollettino c’è un altro dato che salta agli occhi ed è quello dei deceduti: con i 18 conteggiati ieri (tredici dei quali nelle ultime 48 ore) il totale sale a 3999 persone e si appresta a superare quota quattromila. È come se in meno di un anno il Covid avesse cancellato un intero paese, poco più piccolo di Lacco Ameno e un po’ più popolato di Casola.