
“Eravamo appena usciti dalla pandemia. Il Covid 19 aveva lasciato macerie ovunque. Ma soprattutto tra i giovani. Ci siamo rese conto che i reparti ospedalieri che si occupano di disagio mentale erano pieni di ragazzi che avevano tentato il suicidio, o avevano esercitato su se stessi atti di autolesionismo, o avevano disturbi legati all’alimentazione”. Emanuela Ambrosino è, con Marianna Bruschi, autrice del libro che è stato presentato al Tennis Club di Napoli dal presidente del Circolo Riccardo Villari, dalla giornalista Maria Chiara Aulisio e dalla direttrice di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Federico II Carmela Bravaccio.
Il titolo del libro, edito per Santelli, è “Generazione anZia”, con esplicito riferimento alla generazione Z. Quella che mostra, ancora adesso, le ferite più profonde provocate dalla pandemia, dall’isolamento, dalla mancanza della scuola, dallo sdoganamento dei supporti digitali diventati indispensabili anche per la socializzazione. E se l’Unicef parla di 9 milioni di ragazzi tra i 10 e i 19 anni che nel mondo occidentale soffrono di disturbi legati alla salute e al benessere mentale, qui in Italia i reparti di psichiatria e gli accessi ai pronto soccorso per emergenze di tipo psicologico (autolesionismo in testa) raccontano una popolazione giovanile che lotta quotidianamente con l’ansia.
Lo raccontano le autrici del libro, che nelle loro pagine fanno parlare i numeri dei report nazionali e internazionali, gli esperti e soprattutto i ragazzi stessi. “Le loro parole, quelle da loro scelte per raccontarsi – spiegano le autrici – colpiscono dure come pietre. C’è l’ansia di non riuscire ad affrontare il futuro, di deludere le aspettaive, di essere giudicati, dagli adulti e dai coetanei. C’è l’ansia di crescere e di non crescere abbastanza, l’ansia del corpo che piace e non piace, l’ansia della scuola che comporta aspettative, giudizi, competizione. E poi c’è l’ansia da social, nei social”.
Tutto raccontato dai ragazzi e dalle ragazze della generazione Z, almeno da quelli che hanno chiesto aiuto ed hanno imparato a cercare di affrontare il disagio. E nel libro ci sono anche, per dare un supporto alle famiglie che spesso barcollano dinanzi alle fragilità dei figli, le voci degli esperti. Massimo Ammaniti, ad esempio, ma anche Carmela Bravaccio, Maria Antonella Costantino, Marco Crepaldi, Matteo Lancini, Lino Nobili, Alberto Pellai, Stefano Rossi, Stefano Vicari.