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De Luca, lo spettacolo continua

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Il 2 settembre vede la luce il nuovo libro di Vincenzo De Luca: “La sfida. Tra terzo mandato, nuovi padroni, guerre di genocidio e trumpismo”. Il 3 settembre lo troviamo a La7 dopo il tg, e certo non per caso. La domanda è: perché l’ha scritto? Partiamo da una considerazione. Abbiamo di fronte un libro di 300 pagine, che si legge piuttosto bene (compimenti al ghost writer, chiunque sia), e in alcune parti corredato da analisi e cifre. Una simile opera non si improvvisa in qualche giorno – lo dico da scrittore professionista – ed è dunque ragionevole ritenere che esprima una strategia in atto da tempo.

De Luca non ha mai avuto l’intenzione di farsi da parte, e ha costruito il libro come manifesto elettorale, in una strategia A – se avesse ottenuto il terzo mandato – o B, nell’ipotesi opposta. Di sicuro non è un testamento politico. Piuttosto, è un annuncio di quel che intende fare da grande. Ritroviamo anche temi già assunti nel suo precedente “Nonostante il Pd” (2023), e parti in cui emerge l’eco della sua esperienza di vita. Così è, per esempio, nella riflessione sulla magistratura e sulla giustizia penale.

Non manca la denuncia del sottofinanziamento della sanità per la Campania, o della complessiva mancanza di una politica meridionalista volta all’unità del paese. Come ritroviamo l’attacco ai partiti, diventati ormai dei “gusci vuoti” (p. 169). Qui c’è un riconoscimento a Conte di aver agito per una questione di sopravvivenza, spingendo per trasformare il Movimento 5S in un partito organizzato e strutturato. Ma “non è detto che la scommessa di Conte riesca”. Quanto al Pd, balbetta su questioni cruciali, come la guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza. Rimane “più che mai in mezzo al guado, e in una condizione di sostanziale isolamento” (p. 164).

Questo è il contesto in cui De Luca a LA7 ha comunicato che non esiste alcun accordo campano. Per quanto lo riguarda, prima i programmi, poi i nomi. E che i programmi siano seri e credibili, e non venga in mente a nessuno, ad esempio, di chiudere il termovalorizzatore. Il problema è che i gruppi dirigenti di tutti i partiti sono costituiti, tranne rare eccezioni, da anime morte, e i partiti sono svuotati mentre i veri cacicchi sono a Roma.

L’avviso ai naviganti è chiarissimo. Il non detto è quel che avrebbe potuto o dovuto fare lo stesso De Luca per evitare la situazione descritta, almeno per quanto riguarda il Pd. Qui si innesta la dura polemica sul terzo mandato. Certo De Luca ha ragione quando nota che è chiaramente discriminatoria l’iniziativa del governo che ha impugnato la legge campana poi dichiarata illegittima dalla Consulta, e ha lasciato passare altre leggi regionali, incluso quella che ha consentito a Zaia di svolgere il suo terzo mandato in Veneto.

Ma questa è una responsabilità del governo nazionale, e riflette la debolezza di un sistema di garanzie che rimane condizionato dalla occasionale composizione di una coalizione di governo. Quanto poi alla questione della “virgola malposta” – argomento portato dall’Avvocatura di Stato nella discussione in Corte costituzionale, e ripreso nel libro – va detto che la Consulta ha collocato su solide fondamenta la pronuncia di incostituzionalità. Né poteva rilevare il comportamento discriminatorio posto in essere dal governo in altra occasione. E niente giustifica l’attacco a componenti della dirigenza Pd non favorevoli al terzo mandato. Esiste o no un accordo campano sul candidato per il campo largo? Non vogliamo credere che ci abbiano raccontato una favola. Ieri all’Hotel Ramada i Democratici per l’alternativa discutendone con Gianni Cuperlo si sono comportati come se ci fosse. Certo, le premesse potrebbero essere migliori.

I conduttori di LA7 hanno ripreso alcuni passaggi “storici” che De Luca ci ha regalato nel tempo, tra cui quello della qualificazione come “mezze pippe” di Di Maio, Fico e Di Battista. Richiesto se cambiasse idea, ha risposto che quelle parole rimangono scritte nella pietra. E ci ha anche informato che si iscrive al club dei Napolitano-De Mita. Come dire, altri 25 anni in politica. De Luca forever. Nessuno si illuda. De Luca è già in campagna elettorale. Ma una domanda rimane e ci angoscia: potrà mai una mezza pippa – coeteris paribus – diventare una pippa intera?

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/09/05/news/de_luca_lo_spettacolo_continua-424828028/?rss

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