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Oltre 800 firme per Gaza: le voci del mondo della cultura

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I musei, le biblioteche, i siti archeologici fanno sentire la loro voce di “ferma condanna rispetto al genocidio messo in atto a Gaza e in Cisgiordania da Israele”. Con oltre 800 firme raccolte nello spazio di poche ore, in Campania e in altre regioni, i lavoratori del mondo della cultura si mobilitano per la Flotilla e per Gaza.

Tra i firmatari ci sono attuali soprintendenti, come Paola Ricciardi (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio del Comune di Napoli), ex direttori di musei come Sylvain Bellenger (Capodimonte), responsabili della Reggia di Caserta come Imma Casertano e Vincenzo Mazzarella, l’archeologo già soprintendente e direttore dell’Iccrom dell’Unesco Stefano De Caro, Maria Tamajo Contarini già curatrice del museo di Capodimonte, Andrea Milanese archeologo al Mann, Costanza Gialanella archeologa che ha diretto scavi e progetti a Pompei e Ercolano, e poi un fiume di funzionari, dirigenti, impiegati, archivisti, restauratori (le firme sono tutte in calce all’articolo).

Il titolo del documento è chiaro: “La cultura prende la parola”. E lo fa per dire che “di fronte alla straordinaria mobilitazione dal basso dell’opinione pubblica appare sempre più urgente una presa di posizione sui luoghi di lavoro” per chiedere che “l’Italia si allinei alla stragrande maggioranza dei Paesi mondiali riconoscendo lo Stato di Palestina; che tenga conto dei pronunciamenti e delle risoluzioni dell’Onu, e delle richieste della Corte penale internazionale in merito alle violazioni del diritto internazionale e ai crimini di guerra imputabili a Israele e ai rappresentanti del suo Governo”.

“Non siamo semplici impiegati e oscuri burocrati”, dicono nel documento gli oltre 800 firmatari. Non siamo, aggiungono, “custodi di una bellezza astratta e fuori dal tempo, quando non intrattenitori di un pubblico di visitatori e turisti”. E allora vorrebbero vedere “congelati i trattati politici e, soprattutto, commerciali con lo Stato di Israele da sottoporre a sanzioni”, chiedono “che siano immediatamente sospese le forniture di armamenti e prodotti dual use e che sia interrotto ogni supporto logistico alle sue operazioni militari e che siano intensificate e non ostacolate le iniziative volte a garantire vie di uscita da Gaza”.

Quanto alla Global Sumud Flotilla non smettono di sollecitare il Governo perchè si attivi in maniera determinata per la creazione di un corridoio umanitario; “respingiamo ogni tentativo di presentare l’iniziativa della Flotilla come un’operazione avventata o, peggio, come un attacco diretto al nostro Governo”. Infine il patrimonio monumentale e archeologico della Striscia di Gaza: “Basta devastazione, che avviene sistematicamente da mesi, in spregio alle disposizioni della convenzione dell’Aja del 1954 per la protezione, salvaguardia e rispetto dei beni culturali in caso di conflitto armato. Riteniamo – concludono – che questa azione delle forze armate israeliane, per quanto ‘collaterale’ rispetto all’immane perdita di vite umane, costituisca un’ennesima forma di cancellazione dell’identità culturale palestinese e di attacco al radicamento della popolazione al proprio territorio”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/10/02/news/raccolta_firme_gaza_cultura-424885894/?rss

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