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Agenti infiltrati negli atenei: collettivi studenteschi premono per condanna, Lorito frena

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A oltre un mese dalla scoperta di agenti della polizia infiltrati nei collettivi universitari a Napoli (e poi si è saputo anche a Bologna e Milano) e dopo l’ammissione del governo per bocca del sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco (che rispondendo a una interrogazione parlamentare ha parlato di “adempimento dei compiti istituzionali”) ieri si è tenuto un incontro tra i rappresentanti dei Collettivi autorganizzati universitari e di Link con il rettore della Federico II Matteo Lorito e con la prorettrice Angela Zampella.

I ragazzi chiedevano che Lorito si esprimesse contro “la presenza di forze repressive tra le mura degli atenei, in spazi di libertà e di circolazione del pensiero libero che è il sale della democrazia”. Il rettore ha invece chiesto loro, prima di pronunciarsi nel merito – “sono pronto a dialogare con voi, ma della vicenda non so nulla” ha affermato – e prima di diffondere sul sito dell’ateneo una nota di condanna (come chiesto dai rappresentanti degli studenti), che la richiesta passasse per gli organi istituzionali, a cominciare dal Consiglio degli Studenti.

Un documento verrà redatto e farà il suo corso a settembre, ma intanto i Collettivi, le organizzazioni studentesche di Cambiare Rotta e il partito Potere al popolo (dove si sono verificate le infiltrazioni) hanno promosso e fatto sottoscrivere a oltre mille rappresentanti del mondo accademico un appello in difesa della democrazia. Firmato non solo da decine di realtà studentesche, ma dal rettore dell’Università di Siena Tomaso Montanari, dal fisico Carlo Rovelli (con altri 10 docenti italiani di università straniere) e da una folla di professori di tutti gli atenei d’Italia.

Ce ne sono 70 anche delle università napoletane (in primis Federico II – con circa 59 sottoscrizioni – e Orientale, più un numero imprecisato di firmatari tra il personale tecnico amministrativo e gli studenti): chiedono che venga fatta chiarezza sulla vicenda, si dicono preoccupati per lo stato di salute della democrazia nel Paese, sottolineano che “partecipare e organizzarsi in università non è reato”. Un appello trasversale contro “quest’azione ramificata di ingerenza nella vita accademica” e di “controllo negli spazi dell’università”. Lorito non ha voluto firmare, ed ai ragazzi che gli chiedevano “una risposta forte e chiara contro le infiltrazioni” di agenti di polizia fattisi passare per studenti, ha spiegato che si confronterà prima con altri rettori.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/07/15/news/agenti_infiltrati_negli_atenei_collettivi_studenteschi_premono_per_condanna_lorito_cauto-424733015/?rss

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