

Nella parrocchia di San Nicola di Bari, luogo simbolo di fede e legalità, teatro dell’assassinio di don Giuseppe Diana per mano della camorra il 19 marzo 1994, si è tenuta la celebrazione della Festa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. A presiedere la messa è stato il vescovo della diocesi di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, oltre ai familiari delle Vittime del Dovere e dei Caduti in servizio e ai familiari di don Diana.
Il questore di Caserta Andrea Grassi, promotore dell’iniziativa, ha voluto condividere con i presenti un messaggio di forte valore civile e istituzionale: «Questa è una ricorrenza molto sentita da tutto il Corpo di Polizia», ha dichiarato. «Per me è un evento speciale. Da quando sono arrivato a Caserta ho scelto di celebrare questa festa in luoghi diversi, selezionati tra quelli dove operano i nostri commissariati, per il valore simbolico che rappresentano. L’anno scorso a Maddaloni, quest’anno a Casal di Principe».
La scelta della chiesa di don Peppe Diana è stata fortemente voluta: «Questo è un territorio difficile, segnato da vicende giudiziarie dolorose, ma anche da gesti di coraggio e sacrificio. La morte di don Diana è una ferita aperta, ma anche un faro di legalità. Celebrare qui significa ribadire il nostro impegno e la nostra presenza».
Grassi ha poi sottolineato il valore della memoria e della continuità: «Oggi siamo qui anche per ricordare chi ha sacrificato la propria vita per il servizio. È commovente vedere figli che scelgono di indossare la stessa divisa del padre caduto. Questo ci ricorda che la nostra missione non è solo professionale, ma profondamente umana».
Nel corso della celebrazione, il vescovo Spinillo, durante l’omelia, ha espresso la sua solidarietà a don Maurizio Patriciello, vittima di un grave gesto intimidatorio avvenuto domenica mattina nella sua parrocchia. Durante il rito eucaristico della comunione, un uomo di 75 anni — poi arrestato — gli ha consegnato un proiettile avvolto in un foglio di carta. «È stata una profanazione del luogo sacro in un momento importante della celebrazione eucaristica», ha detto Spinillo, condannando con fermezza l’episodio e riaffermando il valore inviolabile della liturgia e della comunità.
Il questore ha infine richiamato l’attenzione sul contesto istituzionale: «Il rischio che la criminalità si insinui nelle amministrazioni è sempre presente. Lo scioglimento del Comune di Caserta e l’invio della commissione d’accesso agli atti ad Arienzo lo dimostrano. Per questo, oggi più che mai, è fondamentale che la Polizia sia presidio di legalità, memoria e fiducia».


