venerdì, 2 Maggio, 2025
22.3 C
Napoli

Caserta, sciolto il Comune per infiltrazioni camorra, il sindaco Marino: “Atto contro la città”

- Advertisement -https://web.agrelliebasta.it/la-mattina/wp-content/uploads/2021/01/corhaz-3.jpg

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha sciolto il Comune di Caserta per condizionamenti della criminalità organizzata. La decisione, presa nel Cdm dopo la riunione attorno alle 18 di oggi, era attesa da alcuni giorni, perché a marzo scorso la Commissione di accesso, dopo sei mesi di lavoro in cui aveva passato al setaccio gli atti amministrativi, aveva inviato la relazione finale in Prefettura, poi trasmessa al ministro Matteo Piantedosi per i provvedimenti finali.

Il Comune di Caserta, è attualmente amministrato da una giunta di Centro sinistra, con a capo il Sindaco, Carlo Marino, al suo secondo mandato. “Lo scioglimento dell’Amministrazione comunale – commenta il primo cittadino – deciso oggi dal Consiglio dei Ministri è un atto di natura politica nonché un atto amministrativo abnorme. Faremo immediatamente una richiesta di accesso agli atti e, successivamente, impugneremo la decisione dinnanzi al Tar del Lazio, ricordando che si tratta di una procedura di carattere amministrativo. È un atto contro la città e i cittadini casertani tutti, istituzionalmente non rispettoso, che avviene con una tempistica particolare, che una città capoluogo non merita”.

Alla base del provvedimento preso dal Consiglio dei Ministri, oltre alla relazione della Commissione di accesso, c’è un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere su lavori pubblici e appalti per lavori nelle strade e la pubblica illuminazione, manutenzione del verde presso le scuole comunali e il canile comunale.

A giugno del 2024 scattarono gli arresti. Cinque persone coinvolte, tra cui anche l’assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo. Con l’assessore finirono agli arresti due dirigenti del Comune, Francesco Biondi e Giovanni Natale, un dipendente comunale, Giuseppe Porfidia e l’imprenditore Gioacchino Rivetti, accusati a vario titolo di corruzione e falsità in atti pubblici, tutti poi rimessi in libertà.

Secondo l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, venivano affidati i lavori pubblici ancora prima di formalizzare gli incarichi. Inoltre, diverso materiale edile occorrente per i lavori, veniva acquistato dalla “Edil Marzo srl”, la società di cui l’assessore arrestato è proprietario al 50 per cento insieme al fratello. I dirigenti comunali beneficiavano di utilità come i lavori nelle proprie abitazioni e qualcuno finanche di una polizza assicurativa su una auto d’epoca.

Ma in un’altra indagine della Dda sulla compravendita di voti nel corso della campagna elettorale del 2021, era coinvolto il vice sindaco, Emiliano Casale.

Nell’agosto scorso l’allora prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, nominò, su delega del ministro dell’Interno, la Commissione di indagine per la verifica dell’esistenza o meno di tentativi di infiltrazione o di collegamenti con la criminalità organizzata nell’amministrazione comunale di Caserta.

Il collegio ispettivo era composto dal prefetto Maurizio Masciopinto, dal viceprefetto aggiunto Laura Mattiucci e dal maggiore della guardia di finanza, Gianfranco Mozzillo. La Commissione ha lavorato per sei mesi e, a marzo scorso, ha consegnato la sua relazione sulla base della quale il consiglio dei Ministri ha sciolto il Comune dei Caserta. Nei prossimi giorni dovrebbe essere nominata una terna commissariale che gestirà il comune per diciotto mesi, e può essere prorogato fino a 24 mesi.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/04/18/news/caserta_sciolto_il_comune_per_infiltrazioni_della_camorra-424136828/?rss

spot_img
spot_img

Cosa fare in città

Archivi