

Si profila un risarcimento da parte di Chiara Ferragni a una signora di 76 anni di Avellino che ha acquistato alcuni Pandoro Pink Christmas e che, lo scorso settembre, ha chiesto di essere parte civile nel procedimento in cui la influencer è imputata per truffa aggravata, assieme ad altre due persone, per gli ormai noti casi del dolce natalizio e delle uova di Pasqua. Vicende per le quali l’imprenditrice ha sempre ribadito di non aver mai commesso alcun reato.
Da quanto si è saputo, sono in via di definizione le trattative per chiudere la transazione economica e alla prossima udienza predibattimentale, il 4 novembre, la pensionata campana, assistita dagli avvocati Giulia Cenciarelli e Mario di Salvia, dovrebbe revocare la sua istanza. Il danno, che era stato quantificato, sarebbe di circa 500 euro. “Voleva fare beneficenza – avevano spiegato i legali della donna – è una fervente cattolica, ci teneva e solo lo scorso aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficenza non era andata a buon fine”.
Il caso dell’anziana era divenuta nota nella prima udienza del 23 settembre scorso davanti al giudice di Milano Ilio Mannucci Pacini e ora trova una soluzione. Come detto, si torna in aula il prossimo 4 novembre quando il giudice dovrà formalizzare la soluzione extra giudiziaria trovata con la 76enne e pronunciarsi sulla costituzione delle parti civili (due associazioni di consumatori), poi si passerà alla fase dell’ammissione dei riti alternativi. È probabile che si arrivi a un processo con rito abbreviato e con udienze già fissate per il 25 novembre e il 19 dicembre. A gennaio potrebbe arrivare la sentenza.
Con Chiara Ferragni sono a processo il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e il presidente del Cda di Cerealitalia, Francesco Cannillo. Per la procura, l’influencer ha ingannato i consumatori e ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili “dal ritorno di immagine”.
In particolare, l’operazione ‘Balocco’ avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti” convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. L’accordo, invece, si è rivelato diverso, per la procura: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite. Un presunto “errore di comunicazione” che si sarebbe verificato anche nel secondo caso contestato.


