

“’O presepe nun me piace” ripete ostinato Tommasino. La frase fa parte da tempo del nostro lessico può far ridere o essere sottile inquietudine. Segno del disagio generazionale, epocale, sociale, metaforico. È il bello del Teatro che può essere tutto e il contrario di tutto e non appartiene a qualcuno se non temporaneamente, mentre lo si recita, e non è mai intoccabile.
Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/12/28/news/salemme_cupiello_baffi-423909962/?rss